Economia
Crisi dell'ex Ilva: un appello disperato per il rilancio. E Bernabè lascia
Mancano all'appello 100 milioni di garanzie per acquistare il gas. Senza quei soldi l'azienda rischia di chiudere i battenti definitivamente
Crisi dell'ex Ilva: Bernabè a un passo dall'addio
La situazione finanziaria dell'ex Ilva, ora nota come Acciaierie d'Italia, è arrivata a un punto critico, e l'urgente necessità di un salvataggio è diventata una priorità per il governo italiano, come dichiarato dal presidente di Acciaierie d'Italia Holding, Franco Bernabè, durante un'audizione alla Camera dei Deputati. La società è in cerca disperata di risorse finanziarie per mantenere le sue attività in vita, e l'appello di Bernabè è un SOS lanciato all'azione di ArcelorMittal, il principale azionista con il 62% (il restante 38% è detenuto da Invitalia).
La richiesta di soccorso non è rimasta inascoltata, con Lucia Morselli, AD di Acciaierie d'Italia spa, che si è rivolta alle banche in cerca di un sostegno finanziario di 450 milioni di euro, garantito al 90% da Sace. Tuttavia, la risposta da parte delle istituzioni finanziarie è stata fredda, rafforzando le preoccupazioni di Bernabè riguardo alla difficoltà di accedere al credito di mercato. Questo rischio finanziario ha portato a una corsa contro il tempo per trovare una soluzione che possa scongiurare la chiusura delle attività di Acciaierie d'Italia.
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L'attuale situazione finanziaria dell'ex Ilva non è al massimo livello di tensione, ma le risorse si stanno esaurendo rapidamente. La Banca d'Italia riporta che a agosto, su un totale di 635,5 milioni di euro accordati, ne sono stati utilizzati 477,6 milioni. Questa capacità di credito residua ha spinto la dirigenza di Acciaierie d'Italia a cercare liquidità aggiuntiva per sostenere le loro operazioni, mentre attendono chiarimenti sulle strategie dell'azionista principale per attuare il piano di decarbonizzazione.
Per continuare la produzione senza pericoli finanziari imminenti, Acciaierie d'Italia ha bisogno di una flessibilità finanziaria di 2-2,5 miliardi di euro. La mancanza di accesso al credito bancario rappresenta una minaccia diretta per la sopravvivenza dell'azienda, mettendo in evidenza l'urgenza di trovare una soluzione finanziaria stabile. L'azione del governo italiano e degli azionisti pubblici, come Invitalia, è fondamentale per salvare Acciaierie d'Italia da un futuro incerto. Il presidente Bernabè ha posto l'accento sulla necessità di un azionista forte e impegnato a sostenere finanziariamente l'azienda. Anche la decarbonizzazione dell'industria siderurgica è una priorità, ma deve essere affrontata con urgenza, senza compromettere la sopravvivenza a breve termine della società.
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L'appello disperato di Bernabè per il rilancio di Acciaierie d'Italia rappresenta una situazione critica che richiede interventi immediati e decisioni strategiche per garantire la continuità dell'azienda. Il futuro di questa importante acciaieria italiana è in bilico, e la risposta alle sfide finanziarie rappresenta una questione di vitale importanza non solo per l'azienda stessa ma anche per la comunità locale e l'intera economia italiana. Il governo e gli azionisti devono agire con celerità per evitare una possibile chiusura delle attività e preservare un patrimonio industriale di grande rilevanza per il paese.