Economia
Crollo Borse, Tronchetti: "I mercati temono lo strapotere delle Big Tech"
Il vicepresidente esecutivo di Pirelli: "I nodi sono l’IA e le armi nucleari, servono leader capaci di gestirli"
Crollo Borse, Tronchetti: "Un insieme di variabili mina la fiducia di chi investe"
Marco Tronchetti Provera, vice presidente esecutivo di Pirelli, affronta il tema del crollo delle Borse di lunedì scorso individuando delle possibili cause. "I mercati - spiega Tronchetti a La Stampa - temono lo strapotere delle Big Tech. In sette capitalizzano circa 13 mila miliardi su una Borsa che ne totalizza poco più di 40mila. Siamo a dimensioni enormi, sono circa il 30% del mercato. Anche per questo il quadro generale è volatile. C’è un insieme di variabili che possono minare la fiducia di chi investe. I segnali negli Stati Uniti non sono di una recessione vera e propria, abbiamo un tema di rallentamento della Cina e dell’Europa. In questa fase per i mercati è più preoccupante il fatto che la locomotiva tedesca non sia più tale. La crescita non sembra più sostenibile, siamo sullo zero virgola".
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"Il segnale dell’Antitrust Usa su Google, accusata di monopolio, - prosegue Tronchetti Provera a La Stampa - può voler dire molto, può essere qualcosa che cambia i parametri. Finora, poi, si è molto scommesso su un futuro fatto di aspettative legate all’intelligenza artificiale che ha fatto da propulsore alle Big Tech. C’è stato un ridimensionamento della velocità della sua applicazione nelle diverse aree. In Pirelli abbiamo impiegato sette anni prima di vedere i primi risultati, peraltro molto importanti. La sua applicazione sarà graduale. Le aspettative sull’Ai sono altissime, la realizzazione è però complessa. Alle spalle c’è una sottovalutazione dei rischi geopolitici. Basta un nulla perché il castello caschi. In un mondo più stabile le aspettative legate all’intelligenza artificiale possono avere un rischio più basso. Senza leadership che proteggano dai macro-rischi, tutto può naufragare. Ormai si parla di bomba atomica due volte al giorno".
"La questione geopolitica - conclude Tronchetti - è l'aspetto che al momento mi preoccupa di più. Con una leadership chiara e con una capacità di dialogo tra i leader mondiali, grossi temi e grosse paure sarebbero sotto controllo. Questioni come gli armamenti nucleari e l’intelligenza artificiale avrebbero bisogno di leader visionari che si siedono al tavolo e stabiliscono le regole del gioco, come avvenne dopo la seconda guerra mondiale. La priorità, ora, è prevenire la terza".