Economia

"Cuneo fiscale, il taglio sia selettivo". La ricetta di Confindustria Piemonte

Andrea Deugeni

Parla Fabio Ravanelli, presidente della Confindustria Piemonte. Il dopo-Boccia? "Alla fine 4 o 5 candidature"

"Il taglio del cuneo fiscale? Ok, anche fatto a tutto vantaggio del lavoratore, ma va diretto solo a certe categorie di lavoratori dipendenti per renderlo più efficace a livello macro nello stimolare i consumi. Altrimenti si rischia un effetto Bonus Renzi". Mentre iniziano a prendere forma i provvedimenti centrali della prossima legge di Bilancio, il presidente di Confindustria Piemonte Fabio Ravanelli commenta con Affaritaliani.it le ipotesi sulle misure che entreranno a far parte della nuova manovra per i capitoli "Fisco" e "Green New Deal". Per quanto riguarda la crisi del settore automotiveRavanelli parla di "situazione molto seria" e sul rinnovo per la presidenza nazionale della Confindustria dice: "E' ancora molto presto per fare delle considerazioni, ma  alla fine le candidature potrebbere essere quattro o cinque”.

di maio zingaretti
 

L'INTERVISTA

Lunedì il Governo licenzierà la Nota di aggiornamento al Def, che conterrà il quadro macroeconomico di riferimento per il prossimo triennio. Per la legge di Bilancio 2020, relativamente alla parte fiscale e oltre alla neutralizzazione delle clausole di salvaguardia sull’Iva, c’è l’ipotesi di un taglio del cuneo fiscale da cinque 5 miliardi di euro per mettere più soldi in busta paga ai lavoratori dipendenti. La soddisferebbe come misura o preferirebbe una sforbiciata in stile salviniano alla corporate tax?
“Innanzitutto, spero davvero che il rischio di un aumento dell’Iva sia stato tolto dal tavolo. Non ne sono così sicuro: se si verificasse in questo momento un incremento della tassazione indiretta sarebbe rovinoso in per la nostra economia. In un momento di crisi dei consumi e della grande distribuzione come quello che l'Italia sta attraversando, sarebbe rovinoso”. 

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E clausole di salvaguardia a parte?
“Confindustria ha una naturale predilezione per il taglio del cuneo fiscale. Dico ok all’ipotesi della riduzione delle tasse sul lavoro e anche che il taglio sia tutto a favore dei salariati, perché la misura innescherebbe un circolo virtuoso a favore dei consumi. Per essere veramente efficace, però, il taglio del cuneo fiscale dev’essere mirato e non lineare diretto a tutte le categorie di lavoratori. Le risorse sono limitate e, quindi, la ricaduta a livello aggregato sui consumi sarebbe molto modesta”.

Quali categorie di lavoratori dipendenti ha in mente?
“Quelli con stipendi bassi o medio-bassi o, ancora, giovani e neoassunti. Agendo in maniera mirata sulle buste paga selezionate, il taglio sarebbe più ampio e maggiore lo stimolo per i consumi”.

Roberto Gualtieri
 

Ieri da New York, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha spiegato che sulla lotta all’evasione ci sarà “un intervento radicale nella manovra di Bilancio”. L’incentivazione all'uso delle carte di credito sarà uno dei provvedimenti centrali, accanto all’estensione della fatturazione elettronica per alcune transazioni ora escluse, alla detraibilità di alcune spese come quelle per le riparazioni idrauliche o per le ripetizioni scolastiche e al carcere per i grandi evasori. E’ la strada giusta per aggredire il Moloch da 109 miliardi annui di evasione?
“L’evasione fiscale è uno dei grandi problemi dell’Italia. Ho sentito parlare in stile grida manzoniane di punizioni severissime per gli evasori. Mi sembrano, però, più proclami che poi avranno poca sostanza. Sono invece d’accordo con l’incentivazione dell’uso delle carte e della moneta elettronica, ma soprattutto sul creare il conflitto d’interessi fra il percettore del denaro e chi paga, quindi rendendo detraibile, ad esempio, la fattura dell’idraulico. Su questo, il governo andrebbe nel verso giusto. Ma aggiungerei un altro aspetto di contrasto di cui il premier non ha parlato, aspetto secondo me centrale”.

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Prego…
“A livello di imprese, la lotta all'evasione dev’essere portata avanti su basi molto diverse, perché per il momento il Fisco bussa soltanto alla porta delle grandi imprese, quei soggetti cioè che sono solvibili, che possono pagare e che hanno evaso dopo aver compiuto qualche errore formale o imprecisioni perché la normativa è molto farraginosa. Così, con pochi interventi, l’Agenzia delle Entrate riesce a fare il budget, invece di impegnarsi a cercare i grandi evasori che le tasse non le dichiarano proprio e non le pagano”.

Per il momento siamo ancora ai titoli, ma cosa pensa del Green New Deal annunciato dal presidente del Consiglio e dal ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli?
“E’ un tema molto importante da cui dipende il futuro del mondo. Dobbiamo però essere in grado di coniugare un atteggiamento sempre più sostenibile con le esigenze produttive. Parlando del tema del settore dell’automotive, caro al Piemonte e che sta attraversando una crisi seria, è vero che presto viaggeremo su vetture prima ibride e poi elettriche, ma al momento l’industria impiega milioni di lavoratori impegnati nella produzione di automobili con motore a scoppio. Quindi, non è possibile togliere completamente tutta la linfa a una filiera, per affidarla a un’altra”.

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E quindi?
“Credo che sia meglio prima aggredire settori più inquinanti come quello dei vecchi sistemi di riscaldamento delle città. Dando incentivi ancora maggiori per agevolare la trasformazione. Sulla rivoluzione della mobilità e la transizione alle vetture green dico che vanno accompagnate. E quella tradizionale non va penalizzata troppo con ecobonus, ecotasse o norme severe sul traffico per spingere alla fine le persone a comprare le auto elettriche. Il cambiamento richiede molti anni. Nel frattempo non si può distruggere un intero comparto industriale”.

Boccia
 

In settimana è partita la corsa per il rinnovo della presidenza nazionale della Confindustria. C’è una candidatura ufficiale, quella del presidente degli industriali bresciani Giuseppe Pasini e una ufficiosa, quella di Carlo Bonomi, presidente di Assolombarda. Il Piemonte con chi sta?
“E' ancora troppo presto per prendere posizione. Certamente il Piemonte riuscirà ad esprimere un appoggio unitario ad un candidato, dopo averne valutato i programmi e le proposte. Rilevo come sia ancora un po’ presto per parlarne però all'interno della Confederazione. L’auspicio è che ci sia un confronto dentro la Confindustria, anche serrato e deciso, ma che poi tutta la struttura si ricompatti attorno alla figura del nuovo presidente, indipendentemente dalle singole preferenze espresse”.

Si attende altre di candidature?
“Certamente sì, siamo ancora all’inizio. Alla fine potrebbero essere quattro o cinque”.

E dal Piemonte potrebbe arrivarne qualcuna?
“E’ ancora troppo presto per poter fare delle ipotesi”. 

twitter11@andreadeugeni