Economia

Da Genova parte la via della seta: verso una portualità 5.0

Durante la Genoa Shipping Week, presentata la ricerca del Servizio studi e ricerche Intesa Sanpaolo sul rilancio delle imprese marittime

Si è tenuta ieri a Genova la tavola rotonda “Il rilancio delle imprese marittime tra passaggi generazionali e nuove forme di finanziamento”, organizzata nell’ambito della Genoa Shipping Week.

Genoa Shipping Week – evento biennale organizzato da Assagenti che riunisce operatori portuali, marittimi e logistici provenienti da tutto il mondo e che quest’anno avrà luogo dal 24 al 30 giugno – prevede approfondimenti tecnici rivolti al settore ed eventi divulgativi per promuovere la cultura portuale in città: workshop e seminari, open day di storiche realtà portuali, momenti istituzionali, serate di gala ed eventi sportivi per favorire le relazioni e il networking.

In occasione della tavola rotonda si sono avvicendati sul palco Massimo Deandreis, Responsabile del Servizio Studi e Ricerche del Mezzogiorno di Intesa Sanpaolo e Francesco Velluti, Responsabile Marketing e Rete di Intesa Sanpaolo Private Banking.

“Crediamo fortemente nell’iniziativa promossa da Assagenti”, ha fatto sapere Velluti di Intesa Sanpaolo Private Banking, “che per un’intera settimana farà convergere l’attenzione di tutti sul settore nautico. Da sempre, come banca, siamo attenti alla clientela private e al mondo degli imprenditori, con cui sarà possibile rafforzare le relazioni esistenti e svilupparne di nuove, attraverso incontri favorevoli all’instaurazione di rapporti personali e professionali. Siamo orgogliosi di poter accompagnare una manifestazione così prestigiosa, che parla della città, delle attività legate alla cantieristica e alla navigazione: queste occasioni permettono di rinsaldare ancora di più il legame con un ambiente ricco di storie di successo, di capacità imprenditoriali e di grande determinazione. Tutti valori nei quali ci riconosciamo pienamente”.

Il rilancio delle imprese marittime: verso una portualità 5.0

Dalle rilevazioni del Servizio Studi e Ricerche del Mezzogiorno di Intesa Sanpaolo la Cina è il secondo partner degli scambi Ue con 1 miliardo di scambi al giorno, per l’80% marittimi. La Cina ha dunque necessità del Mediterraneo come bacino e investe in diverse aree qui, tra le quali Vado Ligure.

Al 2018, a Genova si rilevano oltre 900 posizioni di grandi navi container in crescita del 10,2% sul 2012. Mentre cresce la connettività dei porti Euro-Med, rimane evidente il gap sulla logistica tra nord e sud Europa, dove l’Italia è al 19° posto mentre la Cina guadagna la 26° posizione del Mondo.

Ma i porti italiani stanno migliorando le loro performance. Nel 2018, i porti Italiani gestiscono 491 milioni di tonnellate di traffico. Il Ro-Ro con un volume di 109 mln di tonnellate (+3%) ha realizzato la migliore performance.

Per il 55% delle imprese intervistate Genova rappresenta uno dei due porti più utilizzati per l’import – seguono La Spezia e Venezia –; per il 72% rappresenta uno dei due porti più utilizzati per l’export. L’81% delle aziende utilizza solo la strada per il trasporto della merce dall’azienda in porto e viceversa. Solo il 19% l’intermodale. Più alta la percentuale Strada – Ferro per la Lombardia (33%).

In tutte le regioni in più dell’80% delle aziende manifatturiere la funzione logistica è esternalizzata.

Genova nel contesto nazionale ed europeo ha un ruolo di primo piano: 1°in Italia per traffico container e 2° per traffico totale delle merci (54 mln di tonnellate); 12° porto europeo (oltre 2,6 mln di TEU pari al 25% del totale del Paese).

La via della seta rappresenta una grande opportunità per tutto il sistema dei porti italiani anche grazie alla riforma che mira ad una maggiore efficienza e a snellire alcune procedure. Non vi è antagonismo tra porti del Nord e del Sud ma complementarietà. I porti del nord Italia sono le naturali porte di accesso ai mercati del Centro Europa. Genova - grazie anche all’intermodalità - rappresenta la via di accesso dall’Europa centrale verso l’Europa Orientale e il FarEast. È sulla parte terrestre – logistica e intermodale - che il Paese deve fare uno sforzo per migliorare il suo profilo competitivo.

Come? Andando verso un concetto di portualità 5.0 che significa:

  • apertura internazionale, con strutture dedicate allo sviluppo internazionale del porto e monitoraggio costante delle rotte;
  • intermodalità, ossia connessione con le reti di trasporto locale;
  • formazione, tramite rapporti costanti e consolidati con Università e Centri di ricerca;
  • innovazione e dialogo con il mondo delle startup;
  • marketing territoriale che vuol dire ideare un piano di sviluppo e di attrazione degli investimenti (esteri e italiani) nonché uno di promozione della Free Zone con incentivi finanziari e burocratici.