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Economia

I jihadisti che hanno ucciso 20 civili, tra cui nove italiani, in un ristorante di Dacca nella notte tra venerdì e sabato, erano membri di un gruppo bangladese e non dell'organizzazione dello Stato islamico: lo ha affermato oggi il ministro dell'Interno del Bangladesh, Asaduzzaman Khan. "Erano membri di Jamaeytul Mujahedeen Bangladesh", ha precisato, facendo riferimento a un gruppo jihadista bandito nel Paese da oltre un decennio.

Secondo il ministro bangladese "non c'è alcun legame con lo stato islamico", nonostante l'Isis abbia rivendicato l'azione compiuta dal comamndo armato, che ha preso in ostaggio una quarantina di persone, uccidendone 20, tutti stranieri.

Il governo del Bangladesh nega da tempo la presenza di qualunque gruppo jihadista nel Paese, in particolare di membri dello Stato islamico. Khan ha spiegato che tutti gli attentatori di Dacca erano istruiti e provenivano da famiglie agiate. "Si tratta di giovani uomini che hanno studiato e frequentato l'università. Nessuno di loro veniva da una madrassa", ha commentato.

Mentre le indagini vanno avanti oggi il premier Matteo Renzi, a L'intervista di Maria Latella su Sky, è intervenuto sulle polemiche sui ritardi del blitz per liberare gli ostaggi.  "Ogni polemica" sull'opportunità di anticipare il blitz contro i terroristi che ha Dacca hanno colpito un ristorante uccidendo venti persone delle quali 9 italiane "è ormai sostanzialmente inutile. Il commando era pronto a tutto - ha detto Renzi - . Abbiamo seguito in diretta ogni momento. Io credo che tutto sia necessario tranne ricostruzioni che poi spesso sono false. Loro sono entrati lì per uccidere". E ha aggiunto: "L'Is sta perdendo sul terreno a livello militare, in Siria, In Iraq , in Libia. Ma pugno di ferro con chi pensa di portare da noi quei valori, una strategia basata su odio e terrore. Importante l'aspetto dell'educazione: dobbiamo distruggerli senza pietà ma anche evitare che la prossima generazione sia come questa".

Dichiarazioni che arrivano mentre un aereo con a bordo personale dell'Unità di crisi della Farnesina e dello staff della presidenza del consiglio, partito ieri pomeriggio da Roma, è arrivato a Dacca per riportare appena possibile in Italia i corpi delle nove vittime dell'attentato.

Un'assalto che potrebbe quindi essere riconducibile all'Is, anche se in precedenza  il ministro dell'Interno, Asaduzzaman Khan aveva escluso quesa pista, sostenendo che si tratta di "membri di Jamaeytul Mujahedeen Bangladesh", ha precisato, facendo riferimento a un gruppo jihadista bandito nel paese da oltre un decennio. Il governo del Bangladesh nega da tempo la presenza di qualunque gruppo jihadista nel paese, in particolare di membri dello stato islamico, ma anche Al Qaida.

I membri del commando "erano tutti bengalesi", aveva già dichiarato l'ispettore generale della polizia del Bangladesh, AKM Shahidul Hoque. In dichiarazioni riferite dal quotidiano The Daily Star, Hoque ha precisato che dei sei, almeno cinque erano certamente militanti che le forze dell'ordine nazionali stavano cercando di arrestare da tempo. "Li abbiamo cercati in molti luoghi in tutto il Paese - ha infine detto - ed ora sono stati uccisi qui". Da quando sono cominciati gli omicidi di stranieri, intellettuali e membri di minoranze religiose in Bangladesh, il governo ha sempre sostenuto che gli autori degli omicidi erano militanti fondamentalisti locali. Intanto sono stati proclamati due giorni di lutto nazionale per commemorare le vittime.

 

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daccaministro bangladesh"i terroristi di dacca non erano dell'isis"





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