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Economia
Dazi, la guerra Usa-Cina continua. Timori dei mercati per l'economia
Donald Trump e Xi Jinping (foto Lapresse)

L'aumento dei dazi Usa a carico di 200 miliardi di dollari di merci d'importazione cinesi e' scattato alla mezzanotte di oggi, come anticipato nei giorni scorsi dal governo federale Usa. La prosecuzione dei colloqui commerciali di alto livello tra i due paesi, e l'annuncio da parte di Trump di una lettera inviatagli dall'omologo cinese Xi Jinping, non sono bastati a scongiurare l'inasprimento del conflitto commerciale tra le due maggiori economie del globo, e ad aumentare cosi' i timori di ricadute negative sull'economia globale. 

Dopo la pausa di meta' seduta, le Borse cinesi tornano infatti agli scambi precipitando in territorio negativo in pochi secondi a seguito dell'entrata in vigore dei dazi Usa, dal 10% al 25%, sull'import di 200 miliardi di dollari di beni made in China: poco dopo le 13:00 locali (7:00 in Italia), l'indice Composite di Shanghai cede lo 0,43% (a fronte del +1,50% di meta' seduta) e scende a 2.838,64 punti, mentre quello di Shenzhen perde lo 0,69% (era a +1,82%), a quota 1.500,35.

Un accordo commerciale tra Stati Uniti e Cina "e' ancora possibile": lo ha detto il presidente Usa Donald Trump ai giornalisti nella giornata di ieri, 9 maggio. "E' possibile trovare l'accordo", ha detto Trump, prima di un incontro alla Casa Bianca con funzionari della delegazione ministeriale cinese giunta a Washington per proseguire i colloqui.

I negoziati hanno rischiato di naufragare lo scorso fine settimana, quando la Casa Bianca ha annunciato a sorpresa un aumento dei dazi a carico delle merci cinesi, apparentemente in risposta a una retromarcia di Pechino su impegni preconcordati. Il capo della Casa Bianca ha annunciato di aver ricevuto una "bella lettera" dal presidente cinese Xi Jinping, nella quale questi esprime la speranza che i due leader lavorino insieme per risolvere la controversia commerciale in corso.

Trump ha aggiunto di essere ancora intenzionato ad organizzare un confronto diretto con Xi nel prossimo futuro. Il presidente Usa ha pero' confermato l'aumento dei dazi alle merci cinesi in programma da oggi, 10 maggio.  I negoziati intrapresi lo scorso dicembre da Cina e Stati Uniti, tesi a definire un accordo commerciale che consenta di superare la guerra dei dazi tra le due maggiori economie del pianeta, pare giunto ad una brusca battuta d'arresto, principalmente a causa dell'incapacita' di giungere a una posizione comune riguardo i sussidi concessi dallo Stato cinese alle sue industrie strategiche.

Secondo indiscrezioni diffuse dalla stampa statunitense nei giorni scorsi, a seguito dell'ultima sessione di consultazioni di alto livello a Pechino, "Usa e Cina hanno concordato oltre il 90 per cento dell'accordo commerciale", ma "alla fine non sono riusciti a colmare il divario in merito ai sussidi cinesi". Il rappresentante del Commercio Usa, Robert Lighthizer, aveva sollevato la questione una settimana prima che il presidente Donald Trump annunciasse, con il tweet di domenica 5 maggio, l'aumento dal 10 al 25 per cento dei dazi su 200 miliardi di dollari di merci d'importazione cinesi.

Nelle scorse settimane, il governo statunitense era parso convinto di aver raggiunto un'intesa per includere il tema dei sussidi di Stato cinesi nel testo dell'accordo negoziato con la Cina; Pechino, pero', si sarebbe tirata indietro, sostenendo invece di voler affrontare la questione sul piano informale, senza assumere impegni scritti. "Abbiamo constatato una erosione degli impegni (assunti) dalla Cina", ha dichiarato Lighthizer lunedi' 6 marzo, riferendosi alla settimana precedente. Sarebbe stato proprio il rappresentante del Commercio a persuadere Trump ad indurire la propria posizione nei confronti di Pechino, annunciando l'inasprimento delle tariffe a partire dal prossimo 10 maggio.

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