Economia
Dazi, svolta nella guerra Cina-Usa. "Raggiunta intesa in linea di principio"
La Cina ha reso noto di aver raggiunto "un consenso in linea di principio" con gli Usa sulle principali preoccupazioni commerciali dopo la telefonata di oggi tra i rispettivi negoziatori. Lo si legge in una nota del ministero del Commercio
Il ministero del Commercio cinese ha riferito che il vicepremier Liu He ha avuto una telefonata con la controparte Usa guidata dal rappresentante per il Commercio Robert Lighthizer e il segretario al Tesoro Steven Mnuchin. La mossa, anticipata nei giorni scorsi, ha permesso alle parti di condurre discussioni "serie e costruttive" sui punti centrali del dossier commerciale e di discutere i preparativi per le prossime consultazioni. La Cina, in particolare, ha detto di aver raggiunto "un consenso con gli Usa in linea di principio". La Casa Bianca, da parte sua, ha rilevato in un comunicato che i rappresentanti sul commercio "hanno fatto progressi in una varieta' di aree e sono nella fase di risolvere le questioni in sospeso. Le discussioni continueranno a livello di vice".
Lo scorso mese, Usa e Cina avevano raggiunto la tregua sui Dazi allo scopo di iniziare a lavorare alla "fase uno" dell'accordo sul commercio che, secondo la definizione data da Donald Trump, rappresenterebbe circa il 60% dell'intesa di lungo termine. Il tycoon, dopo la cancellazione dell'Apec in Cile per le violenti proteste, ha scritto ieri su Twitter che sarebbe stato annunciato presto un nuovo luogo per la firma del mini-accordo. I dubbi sulla fattibilita' concreta dell'operazione sono stati segnalati da indiscrezioni di stampa soprattutto da parte cinese in scia alla "natura impulsiva" di Trump. Ma anche a Wall Street non manca lo scetticismo e il timore che la portata dell'intesa sia ben al di sotto delle attese. Larry Kudlow, advisor economico della Casa Bianca, ha ammesso in un'intervista a Fox Business Network che i due Paesi non avevano ancora completato i negoziati sul furto della proprieta' intellettuale e sul trasferimento forzato di tecnologia, aggiungendo che i capitoli dell'accordo sui servizi finanziari e sulle valute erano "virtualmente chiusi".