Economia

Dazi, crescita mondiale soffocata e inflazione alle stelle. Trump, l'Ocse lancia l'allarme

Sarà necessario ''garantire la sostenibilità del debito, preservare lo spazio per i governi per reagire a shock futuri e generare risorse per soddisfare le grandi pressioni di spesa"

di redazione economia

Crescita mondiale giù e inflazione alle stelle. Dazi, l'Ocse lancia l'allarme sulle politiche di Donald Trump

Nel caso di aumento dei dazi bilaterali su tutte le importazioni non di materie prime tra Stati Uniti e gli altri paesi la produzione globale potrebbe scendere di circa lo 0,3% entro il terzo anno e l'inflazione globale potrebbe aumentare di 0,4 punti percentuali all'anno in media nei primi tre anni.

E' quanto si legge nelle 'Prospettive economiche dell'Ocse, rapporto intermedio marzo 2025'. L'impatto di questi shock verrebbe ''amplificato se l'incertezza politica dovesse aumentare ulteriormente o se ci fosse un diffuso riprezzamento del rischio nei mercati finanziari. Ciò si aggiungerebbe alle pressioni al ribasso sulla spesa aziendale e delle famiglie in tutto il mondo'', si legge nel dossier.

Le banche centrali, secondo l'Ocse, ''dovrebbero restare vigili data l'elevata incertezza e il potenziale di maggiori costi commerciali che spingono verso l'alto le pressioni sui prezzi e sui salari. A condizione che le aspettative di inflazione rimangano ben ancorate e che le tensioni commerciali non si intensifichino ulteriormente, le riduzioni dei tassi di riferimento dovrebbero continuare nelle economie in cui si prevede che l'inflazione di fondo si moderi e la crescita della domanda aggregata sia debole''.

Sono necessarie ''azioni fiscali decisive per garantire la sostenibilità del debito, preservare lo spazio per i governi per reagire a shock futuri e generare risorse per soddisfare le grandi pressioni di spesa imminenti'', sottolinea l'Ocse. ''Sforzi più incisivi per contenere e riallocare la spesa e aumentare le entrate, inseriti in percorsi di aggiustamento a medio termine credibili e adattati alle circostanze specifiche di ogni paese, sono fondamentali per garantire che gli oneri del debito si stabilizzino''.

La cooperazione internazionale in corso ''può garantire che i recenti aggiustamenti alle politiche commerciali non inneschino un significativo aumento delle barriere commerciali di ritorsione tra i paesi'', si legge nel documento. Tuttavia, la produzione potenziale ''si è generalmente indebolita sia nelle economie avanzate che in quelle emergenti dalla crisi finanziaria globale. Inoltre, il crescente protezionismo, l'incertezza geopolitica e le deboli prospettive di crescita contribuiscono a rafforzare la necessità di ambiziose riforme strutturali delle politiche che garantiscano mercati nazionali sani''.

Tra queste, spiega l'Ocse, rientrano riforme normative che incoraggiano dinamiche di mercato competitive, ad esempio eliminando eccessivi oneri normativi all'ingresso delle aziende. Le riforme per migliorare l'istruzione e lo sviluppo delle competenze e ridurre i vincoli nei mercati del lavoro che impediscono gli investimenti e la mobilità della manodopera sono anch'esse essenziali per migliorare la produttività, potenziare la diffusione delle nuove tecnologie e aumentare la partecipazione alla forza lavoro.

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