Economia
Dazi, Usa vs Pechino: Apple punta a spostare assemblaggio iPhone da Cina a India
Dazi: Trump, 'Xi? Mi ha già chiamato, non è segno debolezza. Molto vicini a intesa con Giappone. Politburo Cina, 'aumenta impatto choc esterni, prepararsi per scenari peggiori'

Lapresse
Dazi: Politburo Cina, 'aumenta impatto choc esterni, prepararsi per scenari peggiori'
Il Politburo del Partito comunista cinese che si è riunito in queste ore, presieduto dal Presidente Xi Jinping, ha ammesso che se è vero che quest'anno l'economia è migliorata, con la fiducia in continuo aumento e uno sviluppo improntato a solidi progressi, le fondamenta per una ripresa economica sostenuta hanno bisogno di essere ulteriormente consolidate e il Paese si trova ad "affrontare un crescente impatto da choc esterni". Dalla riunione è emersa la necessità di "prepararsi per gli scenari peggiori con una pianificazione sufficiente e adottando passi concreti per un lavoro positivo in economia".
In una nota, il ministero del Commercio di Pechino ha poi affermato: "Dobbiamo aumentare il livello di consapevolezza politica, continuare ad adottare un approccio sistemico, rafforzare la riflessione sulle linee rosse e sugli scenari estremi, ponendo l'accento sulla prevenzione e sulla risoluzione dei rischi commerciali".
Dazi: Ft, Apple punta a spostare assemblaggio iPhone da Cina a India
Apple prevede di spostare l'assemblaggio di tutti gli iPhone venduti negli Stati Uniti in India, già a partire dal prossimo anno, poiché la guerra commerciale del presidente Donald Trump costringe il gigante della tecnologia ad allontanarsi dalla Cina. Lo scrive il Financial times, citando fonti vicine al dossier. La strategia della società punta sulla diversificazione della propria catena di approvvigionamento, ''ma va oltre e più velocemente di quanto gli investitori pensino, con l'obiettivo di rifornirsi dall'India della totalità degli oltre 60 milioni di iPhone venduti annualmente negli Stati Uniti entro la fine del 2026'', spiega il quotidiano. Per realizzare il suo obiettivo Apple dovrebbe raddoppiare la produzione di iPhone in India, ''dopo quasi vent'anni in cui ha investito molto in Cina per creare una linea di produzione di livello mondiale'', che ha contribuito all'ascesa del gigante tecnologico da 3.000 miliardi di dollari. In Cina Apple produce la maggior parte dei suoi iPhone, tramite terze parti come Foxconn, ma in seguito agli annunci di Trump sui dazi, il valore di mercato del colosso si è ridotto di 700 miliardi di dollari. Di conseguenza l'azienda ''si è affrettata a esportare negli Stati Uniti gli iPhone disponibili prodotti in India per evitare i dazi imposti alla Cina''.
Negli ultimi anni Apple ha costantemente rafforzato la propria capacità produttiva in India con i produttori a contratto Tata Electronics e Foxconn, sebbene continui ad assemblare la maggior parte dei suoi smartphone in Cina. L'assemblaggio dell'iPhone è l'ultima fase del processo produttivo, che riunisce centinaia di componenti per i quali Apple dipende ancora fortemente dai fornitori cinesi.
Trump ha inizialmente annunciato dazi 'reciproci' superiori al 100% sulle importazioni dalla Cina, ma poi ha offerto una tregua temporanea per gli smartphone. I dispositivi sono ancora soggetti a un'aliquota separata del 20% che si applica a tutte le importazioni dalla Cina. L'India è stata colpita da un cosiddetto dazio reciproco del 26%, sebbene questo sia stato sospeso mentre Nuova Delhi spinge per un accordo commerciale bilaterale con gli Stati Uniti. Durante una visita in India questa settimana, il vicepresidente statunitense J.D. Vance ha affermato che i due Paesi stavano facendo "ottimi progressi".
Dazi: Trump, 'molto vicini a intesa con Giappone'
"Vado molto d'accordo con il Giappone. Siamo molto vicini a un'intesa" sui dazi. Lo ha dichiarato alla Casa Bianca il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, prima di partire per Roma.
Dazi: Trump, 'Xi? Mi ha già chiamato, non è segno debolezza'
Xi Jinping ha "già" chiamato Donald Trump. Lo rivela lo stesso presidente americano in un'intervista a Time, senza tuttavia precisare quando sia avvenuto questo colloquio telefonico. "Le ha già telefonato?", chiedono i giornalisti del settimanale americano. "Sì", risponde Trump. "Quando?". "Ha chiamato - taglia corto il presidente - E non penso che sia un segno di debolezza da parte sua".