Economia
Debito italiano, peggio anche della Grecia. Gli altri volano grazie al Mes
Spagna (-9,5%) e Portogallo (-15,8%), grazie al fondo salva stati risalgono. Non sono più tra le grandi malate d'Europa. Il report di Scope Rating
Debito italiano, la scelta di non usare il Mes e le conseguenze sui conti pubblici
Il debito pubblico italiano adesso è davvero fuori controllo, pesa in maniera significativa il Superbonus. A certificare il profondo rosso dell'Italia è un nuovo report che evidenzia come ben presto (entro tre anni), l'Italia supererà addirittura la Grecia e diventerà la peggiore d'Europa. La cifra calcolata da Scope Rating sui conti pubblici italiani che sarà diffuso oggi - riporta Il Sole 24 Ore - è imponente. E viaggia non a caso sugli stessi ordini di grandezza della spesa del Superbonus, cioè del principale motore del debito per questo e per i prossimi anni. Lo scenario su cui si basano le analisi dell’agenzia di rating (che ai titoli di Stato italiani dà un giudizio BBB+ con outlook stabile) non è in sé drammatico, perché poggia su una previsione di crescita media annua all’1% e un’inflazione nei dintorni del target Bce del 2% nei prossimi cinque anni. Ma a complicarlo ci sono appunto gli effetti dei crediti fiscali all’edilizia, destinati a spingere in alto il debito di 2 punti di Pil all’anno fino al 2027, per poi ridurre la propria spinta nel periodo successivo.
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Per far scendere il peso del debito sul Pil di un punto percentuale all’anno dal 2027 come chiedono le nuove regole fiscali europee - prosegue Il Sole - l’Italia deve avviare il freno fin dall’anno prossimo, e cumulare tra 2025 e 2029 un miglioramento del saldo primario da 135 miliardi di euro: somma che vale il 5,8% del prodotto interno lordo nazionale. Il confronto internazionale mostra che il percorso in discesa del debito, pur se a ritmi meno intensi, è imboccato anche dagli altri Paesi assistiti dal Mes come la Spagna (Scope prevede 9,5 punti di debito/Pil in meno fra 2023 e 2028) e Portogallo (15,8 punti nello stesso periodo). In un orizzonte di questo tipo, l’impresa di trovare lontano dall’extradeficit i 18,2 miliardi necessari per replicare nel 2025 le misure fiscali di quest’anno è solo il primo passo su un crinale strettissimo.