Economia
Deutsche Bank, da cronista sportivo a banker: chi è Sewing, il ristrutturatore
Chi è il Ceo che deve ridimensionare i sogni di Deutsche Bank in stile Goldman Sachs per riportarla ad essere il polmone finanziario di Corporate Germania
Christian Sewing è l'uomo che deve ridimensionare le ambizioni di Deutsche Bank, riportandola a essere il polmone finanziario dell'industria tedesca. La sua piu' che una rivoluzione è una restaurazione. Dopo 20 anni in cui Deutsche ha tentato di scalare Wall Street, diventando una banca globale sul modello di Goldman Sachs, Sewing dovrà riportarla al punto di partenza. E per farlo dovrà "rivoltarla come un calzino", tagliando quasi 20 mila posti e azzerando le attività di trading azionario. Come lui stesso ammette, questa trasformazione non sarà indolore. Si tratta di "decisioni scomode", così le ha definite. Oggi è partito il drastico taglio di 18 mila posti, che, entro il 2020, ridurrà a 94 mila unità la forza lavoro complessiva della banca.
Il grosso dei tagli si concentrerà soprattutto sulle attività di investment banking Usa, la negoziazione di titoli, destinata a ridursi fino a scomparire.
Oltre ai tagli al personale, Deutsche ha anche messo in cantiere la creazione di una bad bank, dove far confluire fino a 74 miliardi di dollari di attività finanziarie rischiose non core (in particolare derivati di vecchia data), che dovranno essere custodite o vendute. La ristrutturazione, infatti, prevede il forte ridimensionamento o la chiusura delle attività di trading al di fuori dall'Europa. L'obiettivo di Sewing sarà quello di spostare il cuore delle attività di Deutsche dall'investment banking al retail e alla gestione patrimoniale, cioè di mettere in soffitta l'ambizione di Deutsche di operare come una global bank, facendola tornare coi piedi per terra, riportandola al retail e al finanziamento delle grandi aziende tedesche.
Appassionato giocatore di tennis e tifoso del Bayer Monaco, il 49enne Sewing è convinto che una banca più piccola e più concentrata sulle attività tradizionali di retail, sarà di nuovo in grado di generare profitti. Anche per questo ha deciso di disfarsi delle attività più rischiose, congelandole nel veicolo della bad bank, il cui compito sara' poi quello di disfarsene, limitando le perdite. Da giovane Sewing non puntava a fare il banchiere, ambiva a diventare cronista sportivo.
E' il padre che lo ha spinto ad occuparsi di qualcosa di più solido. Sewing è entrato in Deutsche nel 1989, 20 anni fa, ed è sempre restato dentro la banca, con l'unica eccezione di un biennio passato presso un istituto di credito cooperativo ad Amburgo. Come manager della banca si è fatto le ossa nel risk management a Londra, poi ha lavorato in giro per il mondo, a Singapore, a Tokyo e a Toronto. Nel 2016 è diventato il capo del retail, che è stato il suo trampolino di lancio per approdare nell'aprile 2018 alla poltrona di amministratore delegato.
"Potresti commissionargli qualsiasi compito, anche molto complesso - dice di lui al Financial Times, Hugo Baenziger, ex chief risk officer della banca, uno che lo conosce bene - e puoi essere certo che sarà sempre in grado di far funzionare le cose senza intoppi". Amici e colleghi lo descrivono come un manager metodico ed esigente, ossessionato dalla puntualità. Unico difetto: ha poca esperienza nel trading, che poi in una fase come questa, in cui Deutsche ha deciso di rinunciare al trading per concentrarsi sul retail e sul corporate, non e' neanche un difetto, ma anzi puo' essere considerato un pregio. E' a lui infatti che gli azionisti di Deutsche hanno commissionato un piano di ristrutturazione radicale per la banca. E lui lo ha realizzato. Ci ha impiegato 15 mesi e poi ieri ha presentato una revisione totale delle attività della banca, incentrata sul ritiro totale dal commercio di titoli azionari.
La domanda che ora tutti si fanno è: funzionerà? Ovvero: riuscirà il suo piano a fermare la pressione al ribasso del prezzo delle azioni che ha visto il valore di mercato di Deutsche volatilizzarsi di un quarto nei 15 mesi in cui Sewing è restato in carica. La reazione iniziale dei mercati è stata positiva. Il titolo di Deutsche oggi è subito salito del 3%. L'altra scommessa di Sewing sara' l'uscita dal trading azionario. La banca continuerà a offrire un servizio di finanza aziendale, emettendo nuove azioni per i clienti.
Ma non effettuerà più operazioni di vendita e di trading per gli investitori che vogliono comprare e vendere azioni. Questo business non è mai stato nel dna di Deutsche, la quale era specializzata nella compravendita di obbligazioni a reddito fisso. I titoli azionari sono stati un'attività aggiuntiva, che Deutsche ha avviato per poter dire di essere una banca "a servizio completo" e, piu' recentemente, per ridurre il rischio al di fuori della sua attivita' principale, vista la crisi del mercato delle attività a reddito fisso.
Negli ultimi due anni, effettivamente Deutsche ha molto ampliato il suo business azionario. Col risultato che l'unità azionaria di Deutsche ha perso circa 600 milioni di euro all'anno. L'uscita da questa attività e' dunque diventata inevitabile e Sewing dovra' portarla a termine, grazie alla bad bank e con l'aiuto dei suoi consulenti, visto che lui di trading non e' che se ne intenda molto. Il suo modello e' quello che e' riuscita a fare recentemente Ubs, che aveva problemi analoghi, anche se il core business della banca svizzera e' la gestione patrimonaiale non i servizi alle grandi aziende.
Per cambiare pelle alla banca Sewing si e' dato tre anni di tempo, un triennio di lacrime e sangue per la banca e per lui una prova del fuoco. Se riuscira' nell'intento di traghettare Deutsche fuori dalla secche del trading, verso un business piu' sicuro, piu' tradizionale e, lui si augura, piu' redditizio, non ce' dubbio che Sewing diventera' uno dei piu' potenti amministratori delegati del Paese.