Economia
Dl Bollette, le idee un po’ troppo confuse di Aurelio Regina
L'attacco al governo arriva fuori tempo massimo e per giunta proviene da chi ha incarichi in società energetiche ma cerca di favorire solo le aziende energivore

Dl Bollette, le idee un po’ troppo confuse di Aurelio Regina
Gli addetti ai lavori non si capacitano e si domandano da giorni: ma Aurelio Regina che combina? L'attacco scomposto al Governo dopo l'approvazione del Dl Bollette a molti è sembrato senza senso. Tanto più che è arrivato per voce di chi da poco è stato nominato alla presidenza di una società che si occupa di supportare la digitalizzazione delle reti energetiche. Ricapitolando i fatti. L'esecutivo ha lavorato per mesi a un decreto il cui scopo, chiarissimo fin dal primo momento, era quello di andare incontro alle fasce più penalizzate dal caro bollette, in primis i piccoli consumatori e le famiglie in difficoltà. Lo hanno esplicitato e specificato in tutti i modi molti ministri e soprattutto la premier Giorgia Meloni: l'obiettivo erano i più deboli. Nonostante questo, l'iter approvativo del decreto, come giusto che sia, è stato contraddistinto da numerose interlocuzioni a più livelli, ufficiali e ufficiose con tutte le parti coinvolte, comprese le grandi imprese energivore.
E il governo, nonostante fosse pienamente consapevole della valanga di aiuti che da anni vengono elargiti a queste grandi società (e solo a loro), ha comunque preso atto delle istanze confindustriali e aveva rimandato a un secondo momento, post decreto, la discussione su eventuali ulteriori interventi mirati per le aziende. Eppure dopo nemmeno 24 ore dall'approvazione del decreto è arrivata la sparata di Regina, che è il delegato del presidente di Confindustria per l’energia, che ha gridato allo scandalo per il mancato supporto alle imprese. Al di là del tempismo e del clamoroso autogol, visto che l'intervento a gamba tesa ha più che irritato molti esponenti dei vertici del Governo, quello che ha fatto cadere le braccia a molti addetti ai lavori è il pulpito da cui proveniva la predica, in un palese conflitto di interesse.
Regina presidente di Gridspertise Pochi mesi fa Aurelio Regina è stato nominato presidente di Gridspertise, società controllata pariteticamente dal fondo Cvc e da Enel che si occupa di accelerare la trasformazione tecnologica e soprattutto digitale delle reti di distribuzione elettrica delle utility. Non è un membro del board, è proprio il presidente. Una carica che già di per sé aveva portato qualche invidioso a malignare che Regina utilizzasse il suo ruolo in Confindustria per ottenere poltrone e accrescere potere, influenza e accumulare stipendi. Ma soprattutto una carica che stride con il ruolo di paladino delle imprese contro il mondo delle società energetiche brutte e cattive. Un mondo, quello dell'energia, di cui Regina dovrebbe conoscere molto bene le dinamiche, a maggior ragione visto che ricopre incarichi di rilievo nel settore. Il risultato finale è un messaggio che vuole sembrare chiaro e invece è confuso.
Che irrita tutti, a partire dal Governo, ma non solo. Basterebbe chiedere a quelli di Enel se attraverso il loro 50% di Gridspertise sono contenti di stipendiare uno dei loro principali avversari. Oggi probabilmente meno, tanto che voci bene informate riferiscono che la società energetica, anche a seguito di forti pressioni da parte di diverse importanti società associate a Elettricità Futura, potrebbe chiederne la sostituzione. Regina sembra proprio stia inciampando sui suoi passi, una cosa che d'altronde capita se si tengono i piedi in troppe scarpe.