Economia
Dongfeng: chi sono e cosa vogliono i cinesi con cui sta trattando Meloni
Il gruppo automobilistico cinese potrebbe sbarcare in Italia. Si parla di un hub da 100mila veicoli elettrici l'anno. I piani di espansione del gruppo di Wuhan e la ricerca di una intesa con il Governo italiano
Dongfeng: chi sono e cosa vogliono i cinesi con cui sta trattando Meloni
Dongfeng Motor Group è in pole position. Sarebbero in corso colloqui avanzati tra il colosso cinese dell'automotive e il governo guidato da Giorgia Meloni. Che, dal canto suo e dopo il viaggio in Cina, punta ad accogliere in Italia un secondo importante produttore di automobili da affiancare a Stellantis. Il profilo attenzionato dall'esecutivo coinciderebbe, dunque, con il gruppo con sede a Wuhan, pronto ad investire nel Belpaese per creare un hub europeo in grado di sfornare 100mila veicoli elettrici all'anno. In caso di fumata bianca, lo Stato italiano potrebbe partecipare con una quota di minoranza all'investimento di Dongfeng.
Il flirt tra il Governo Meloni e i cinesi di Dongfeng
Il governo Meloni intende aumentare la produzione annua di auto dell'Italia dalle circa 800mila unità del 2023 alle 1,3 milioni. L'eventuale accordo con Dongfeng potrebbe coinvolgere anche altri investitori chiave, tra cui aziende italiane del settore della componentistica. Non mancano però alcuni angoli da smussare. I manager cinesi, ha scritto Il Corriere della Sera, spererebbero di usare i sussidi pubblici messi loro a disposizione da Pechino per internazionalizzare le imprese nazionali, in aggiunta a quelli italiani per attrarre investimenti stranieri. Dall'altro lato, Roma intende rispettare i limiti europei degli aiuti di Stato e spinge, appunto, affinché l'azienda asiatica si impegni ad usare filiere di componentistica locale.
Dongfeng, a fronte di un'intesa, potrebbe costruire un polo strategico in Italia. Dove? Tra le prime indiscrezioni, ha sottolineato il quotidiano Il Mattino, si è fatto il nome dell'area di Flumeri, in Irpinia, in Valle Ufita in provincia di Avellino, che al momento fa parte del sito di Industria Italiana Autobus, appena ceduta dalla proprietà pubblica al Gruppo Seri. Qui potrebbe insomma sorgere una fabbrica ex novo in un arco di tempo stimato in 24-36 mesi (intoppi burocratici permettendo). Le alternative? Il Piemonte o il sito ex Olivetti di Scarmagno.
Cosa sappiamo del colosso di Wuhan
Ma cosa sappiamo di Dongfeng Motor Group? Nel 2023 ha fatto registrare un fatturato di 12 miliardi di euro. Giusto per fare un confronto, Stellantis – della quale l'azienda cinese detiene l'1,5% del capitale – è arrivata a 189,5 miliardi. Fondata nel 1969, è attualmente la più piccola delle cosiddette Big Four della Cina, con 671mila vendite nel 2023, al di sotto di SAIC Motor, Changan Automobile e FAW Group. Il nome, Dongfeng, significa “Vento dell'Est”. Il gruppo ha una storia che affonda le radici nella guerra civile cinese terminata nel 1950 con la vittoria del Partito Comunista Cinese di Mao Zedong.
Il Grande Timoniere – siamo negli anni '60 – diede il via ad un ingente piano di investimenti nella provincia dello Hubei, dove si trova anche Wuhan, con il fine di creare industrie pesanti in grado di aiutare il Paese a far fronte ad una fantomatica invasione militare straniera. Tra queste fabbriche c'era anche l'antenata di Dongfeng. Nata ufficialmente nel 1969 a Shiyan, si chiamava Second Automobile Works ed era inizialmente incaricata di produrre mezzi militari, come camion e camionette. Nel 1992 sarebbe arrivato il cambio di nome e il consolidamento nel mercato di veicoli civili. Il resto è storia nota: partnership e joint venture con aziende straniere. E passaggio all'elettrico.