Economia
EasyJet: taglierà fino a 4.500 posti, pari al 30% della forza lavoro
Easyjet: la domanda dei voli tornerà normale nel 2023
La compagnia aerea britannica EasyJet ha annunciato che taglierà fino a 4.500 posti di lavoro, ovvero il 30% della sua forza lavoro.
"Per realizzare la ristrutturazione del nostro business, EasyJet lancerà a breve un processo di consultazione dei dipendenti sulle proposte di riduzione del personale fino al 30%, che riflette la riduzione della flotta, l'ottimizzazione della nostra rete e delle basi, il miglioramento della produttività e la promozione di metodi di lavoro più efficienti", ha detto l'azienda in un comunicato.
I tagli di posti di lavoro avrebbero un impatto fino a 4.500 dei 15.000 dipendenti della compagnia aerea.
Easyjet: la domanda dei voli tornerà normale nel 2023
Con la pandemia da Coronavirus, l'azienda si trova costretta a affrontare il drastico calo nella domanda di voli. Su questo fronte il gruppo britannico prevede che il mercato tornerà ai livelli del 2019 soltanto nel 2023. Easyjet ridurrà anche la flotta di aerei.
ALITALIA: AD EASYJET, '3 MLD PER RILANCIO RISCHIANO DI DISTORCERE MERCATO'
"I tre miliardi per rilanciare Alitalia rischiano di distorcere il mercato", avverte Johan Lundgren, ad di EASYJET, in un'intervista con il Corriere della Sera. Le incognite per la ripartenza del secondo vettore low cost d'Europa sono molte, oltre a quella per l'obbligo a bordo del distanziamento di un metro tra i viaggiatori. In ogni caso, la ripresa "sarà graduale - dice Lundgren -: prima con voli domestici, poi continentali. Aumentano le prenotazioni, ma soprattutto le ricerche via web, in particolare sull'Italia, per le vacanze estive. Ci aspettiamo che l'obbligo di distanziamento finisca il 15 giugno perché è quello che sostengono le evidenze mediche e le raccomandazioni di Easa e Icao. E' impossibile per le compagnie operare potendo vendere soltanto un terzo dei sedili". Se l'Italia dovesse prorogare il metro di distanza "allora non voleremo da voi - dice l'ad -. Ma sarebbe dannoso per la ripresa: il Paese rischia di restare indietro". E quanto ai tre miliardi ad Alitalia, "non discuto la nazionalizzazione - afferma -. Ma il supporto deve essere disponibile per tutti, altrimenti si genera una distorsione. Gli aiuti stanziati in Europa rischiano di andare a vettori inefficienti. L'Italia è uno dei mercati principali per EASYJET: da voi abbiamo dipendenti, trasportiamo quasi gli stessi passeggeri di Alitalia, diamo il nostro contributo al Paese. Ritengo inaccettabile che si aiuti solo un'aviolinea".
"Non sono contrario ai supporti - continua -, ma questo deve avvenire a condizioni di mercato, come per i fondi chiesti da noi. Non possono esserci favoritismi". E sui 130 milioni per gli altri vettori italiani, "perché - si chiede Lundgren - lo Stato deve dare contributi sulla base della nazionalità? Abbiamo aerei basati e paghiamo le tasse da voi. Anche noi siamo italiani. Chiediamo più trasparenza nei meccanismi di accesso a quei sussidi. E chiediamo anche altri interventi per aiutare tutto il nostro settore, come la riduzione della tassazione aeroportuale e di creare un fondo per gli scali da usare per incentivare le compagnie a volare in Italia. I blocchi tra i Paesi hanno reso impossibile gli spostamenti. Ora, passata l'emergenza, il governo deve supportare il trasporto aereo, senza distinzioni".