Economia

Energia e gas, in Italia prezzi record: l'inizio del 2025 è da incubo

L'Italia mantiene il primato dei prezzi per l'energia più alti in Europa. L'impatto del gas sulle bollette elettriche e la stangata del passaggio al mercato libero. Quanto pagano in più consumatori ed imprese

di redazione economia

Energia e gas, in Italia prezzi record: l'inizio del 2025 è da incubo

Costi da record per l'energia in Italia. A gennaio 2025, il prezzo medio all’ingrosso è salito a 143 euro al MWh, segnando un aumento del 44% rispetto a gennaio 2024, quando la media era di 99 euro al MWh. La tendenza al rialzo è iniziata a ottobre, con prezzi che sono passati da 116 euro al MWh a 130 a novembre e 135 a dicembre. La media parziale di febbraio 2025 ha già raggiunto i 154 euro al MWh, evidenziando una crescita costante.

Rispetto agli altri Paesi europei, l'Italia mantiene il primato dei prezzi più elevati: +25% rispetto alla Germania, +40% rispetto alla Francia, +48% rispetto alla Spagna e addirittura +226% rispetto alla Scandinavia. Questo divario, oggi ancora più marcato, persiste da vent’anni ed è in gran parte attribuibile alla forte dipendenza dal gas per la produzione di elettricità.

Gas naturale: il peso sul mercato energetico italiano

Il prezzo del gas continua infatti a influenzare la formazione dei costi dell’elettricità, a causa del meccanismo del "system marginal pricing". Sebbene il gas naturale rappresenti circa il 40% del mix energetico italiano, stabilisce il prezzo dell'elettricità nel 90% delle ore, un dato significativamente superiore alla media UE, dove il gas copre il 20% della produzione e incide sul prezzo solo per il 63% delle ore.

A febbraio, il prezzo del gas alla Borsa di Amsterdam (TTF) ha toccato i 58,3 euro a MWh, il valore più alto dal febbraio 2023. Questo aumento è dovuto a diversi fattori, tra cui la riduzione delle scorte invernali e la cessazione dei flussi di gas russo attraverso l'Ucraina. Inoltre, le tensioni commerciali tra Europa e Stati Uniti potrebbero aggravare la situazione, con possibili ritorsioni europee sulle importazioni di gas naturale liquefatto americano, riducendo l'offerta e facendo ulteriormente lievitare i prezzi.

Il passaggio al mercato libero si è rivelato una stangata

Inoltre, ad aggravare il quadro, è possibile ormai affermare che la transizione delle famiglie italiane al mercato libero dell’energia si è rivelata una vera e propria stangata. Secondo un’analisi di Assium basata sui dati Arera, oltre 1,2 milioni di famiglie non vulnerabili hanno abbandonato il mercato tutelato nel 2024, finendo per pagare tariffe in media più alte dell'80% rispetto al Servizio a Tutele Graduali e del 44% rispetto al mercato tutelato per i vulnerabili.

In termini concreti, chi è passato al mercato libero ha pagato in media 0,35 euro/kWh con contratti a prezzo fisso e 0,36 euro/kWh con quelli a prezzo variabile, contro i 0,20 euro/kWh del Servizio a Tutele Graduali e i 0,25 euro/kWh del mercato tutelato. Il risultato? Bollette annuali più care di 432 euro per i contratti variabili e di 405 euro per quelli a prezzo fisso.

Energia e gas, le conseguenze per le imprese

Le ripercussioni di questi aumenti sono pesanti tanto per i consumatori quanto per le imprese. Nomisma Energia stima per le imprese un costo dell'energia in crescita del 28% nel 2025, con un aumento della spesa annuale per una media azienda di 65.605 euro rispetto al 2024.

L’impatto si riflette anche sulle microimprese: secondo un’analisi di Facile.it, un negozio con consumi annui di 75mila kWh per l’energia elettrica e 2mila Smc per il gas vedrà la propria bolletta passare da circa 12mila euro nel 2024 a oltre 16.600 euro nel 2025, con un rincaro superiore ai 4.500 euro.

Prezzi dell'energia alle stelle: come intende intervenire il Governo

Il governo italiano e le istituzioni europee stanno valutando diverse strategie per contenere i costi energetici. Una delle proposte più discusse è lo sganciamento del prezzo dell’elettricità da quello del gas, che permetterebbe di sfruttare meglio il costo inferiore delle fonti rinnovabili. Il futuro decreto Fer X introdurrà il sistema dei contratti per differenza (CFD) per incentivare le rinnovabili e stabilizzare i prezzi a lungo termine. A livello europeo, la Commissione UE ha annunciato invece un piano per la riduzione dei costi dell’energia, che verrà presentato il 26 febbraio. Intanto, Enel, Ansaldo Nucleare e Leonardo hanno siglato un accordo per costituire un’impresa nazionale dell’energia atomica, un progetto fortemente sostenuto dal governo Meloni.

Nel breve termine, restano in vigore gli strumenti di autoconsumo energetico, come le comunità energetiche rinnovabili e i Power Purchase Agreements (PPA), che consentono alle imprese di stabilire forniture di energia pulita a prezzo fisso. Tuttavia, senza un intervento strutturale sul mercato energetico, il 2025 si prospetta come un anno difficile per cittadini e aziende.