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Economia
Eni, bilancio in rosso di 1,464 miliardi ma Descalzi conferma il dividendo

Eni chiude il 2016 ancora in perdita, ma il rosso si riduce a 1,464 miliardi di euro rispetto alla perdita netta di 8,778 miliardi dell’anno precedente a causa del prezzo del petrolio che non si schioda da quota 50 dollari al barile circa, dello stop di circa quattro mesi e mezzo della produzione italiana in Val d’Agri e ai minori incassi della divisione Gas&Power. Intoppi a cui la società guidata da Claudio Descalzi, che è riuscito a migliorare sensibilmente l’andamento del business nel quarto trimestre (il mercato sembra essersene accorto e premia il titolo in Borsa), ha cercato di porre rimedio realizzando maggiori risparmi per 1,7 miliardi di euro, efficientando la macchina societaria e riducendo i costi soprattutto nel settore Exploration&Production, quello che il Ceo (da cui proviene) conosce meglio. Così, l’utile operativo adjusted ha raggiunto i 2,32 miliardi, in calo del 48% (-2,2 miliardi) rispetto a 12 mesi fa.

Il gruppo del
Cane a Sei Zampe che ha convocato l’assemblea dei soci per il 13 aprile, appuntamento in cui verrà nominato il nuovo Cda (gli occhi sono tutti puntati sull’eventuale riconferma della coppia di vertice Descalzi-Emma Marcegaglia), ha confermato però il dividendo di 0,80 euro per azione, la metà già distribuito agli azionisti in acconto. "Con questo bilancio si chiude un triennio durante il quale Eni ha completato un processo di profondo cambiamento che ha consentito di affrontare un contesto tra i più difficili nella storia dell'industria oil&gas, rilanciando le prospettive di crescita e preservando la solidita' patrimoniale del gruppo”, ha commentato i numeri di bilancio Descalzi che ieri ha incassato la fiducia del board sul caso Nigeria per cui i Pm della Procura di Milano hanno ipotizzato il reato di corruzione assieme al precedente amministratore delegato Paolo Scaroni (“ulteriori verifiche forensi confermano nessuna condotta illecita”, dice la nota dell’Eni).

“Le prospettive di crescita - ha aggiunto il Ceo - sono basate sugli importanti risultati che abbiamo ottenuto: la produzione di 1,86 milioni di barili al giorno dell'ultimo trimestre, il rimpiazzo record delle riserve certe, una serie importante di nuovi progetti a elevato valore che contribuiranno a una crescita produttiva media del 3% nel prossimo quadriennio e l'avanzata ristrutturazione dei business mid-downstream". Descalzi che ha sottolineato come il colosso petrolifero abbia preservato la solidità patrimoniale, mantenendo il debito ed il leverage a livelli di assoluta sostenibilità, ha ricordato che “Eni è stata l'unica major a ridurre il leverage nel periodo 2014-2016. Su queste basi proporremo alla prossima assemblea degli azionisti la distribuzione di un dividendo di 0,80 euro per azione sul risultato 2016 e confermiamo per il futuro la nostra politica di remunerazione crescente in funzione dell'atteso miglioramento dello scenario e degli utili”.

Per quanto riguarda gli altri numeri di bilancio, il Cane a sei zampe ha registrato nel quarto trimestre un utile di 340 milioni e un utile netto adjusted di 459 milioni, il doppio di quanto atteso dagli analisti. Un numero che ha spinto al rialzo il titolo Eni (oltre l'1%) a Piazza Affari al suono della campanella. Nel quarto trimestre 2016 l'utile operativo adjusted e' stato di 1,286 miliardi, piu' del doppio del quarto trimestre 2015 (+652 milioni su base standalone), beneficiando principalmente della performance della divisione esplorazione e produzione che con 1,40 miliardi di Ebit ha piu' che raddoppiato il risultato rispetto al quarto trimestre 2015. Tale trend, si legge nella nota, riflette innanzi tutto l'effetto delle azioni di efficienza e ottimizzazione (+0,7 miliardi) e solo marginalmente della ripresa dello scenario petrolifero (+13,2% per il riferimento Brent) che non ha ancora interessato i prezzi del gas. I minori proventi non ricorrenti della gas and power compensano parzialmente l'effetto complessivo. 

Per quanto riguarda l'anno l'utile operativo adjusted e' a 2,32 miliardi, in flessione del 48%, a causa principalmente dello scenario (-3,3 miliardi) e della Val d'Agri. I minori costi e le azioni di efficienza e di sviluppo messe in atto per contrastare lo scenario hanno portato un beneficio di 1,7 miliardi. Tornando al quarto trimestre, la generazione di cassa operativa si attesta a 3,2 miliardi, mentre nell'anno e' pari a 8,3 miliardi, in grado di finanziare il 95% degli investimenti in uno scenario Brent a 44 dollari al barile. L'indebitamento finanziario netto e' stato ridotto a 14,8 miliardi. Tra i vari settori di attivita', la chimica registra un utile netto adjusted di 419 milioni e "conferma il progresso nella ristrutturazione del business". Per il gas and power, che e' ancora in perdita, e' infine confermato il target di breakeven strutturale nel 2017 grazie anche alla rinegoziazione di contratti gas e alla riduzione dei costi di logistica gia' conseguita.

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