Economia

Eni, Descalzi verso la riconferma. Marcegaglia lascia? Rumors

Monica Setta

Il delicato dossier del rinnovo dei vertici del Cane a sei zampe


La voce gira con insistenza da settimane nei piani alti del palazzo Eni dove ha sede l'ufficio della presidente Emma Marcegaglia. La regina dell'acciaio mondiale, classe 1965, già numero uno della Confindustria, sarebbe destinata a lasciare - comunque vada la partita delle nomine- la sua poltrona al vertice del Cane a sei zampe. A porre un problema di eventuale conflitto di interessi sarebbe stato, stando ai rumors raccolti da Affaritaliani.it, lo stesso premier Paolo Gentiloni che pure avrebbe dato - in via informale- l'ok alla conferma di Claudio Descalzi tenendo contento Matteo Renzi. Il Toscano si era esposto sui social dicendo  che, tornasse indietro, rifarebbe la nomina di Descalzi, malgrado le indagini sulle presunte tangenti in Nigeria. Renzi ha fatto sicuramente un nome a Gentiloni ed e quello di Descalzi. Bardazzi, Pica, Luna, tutti gli uomini della comunicazione legati ad Eni sono stati vicini a Renzi. Marcegaglia invece ha avuto sempre una posizione più articolata tenendo rapporti a 360 gradi con la politica. 

Dimissioni in vista?

Ad Emma era stata attribuita la volontà di tornare a casa dimettendosi dalla presidenza Eni. Ma lei fa sapere attraverso giri comuni che non ha mai pensato alla lettera di dimissioni.  "Non sono mai stata però attaccata alle poltrone" aggiunge ai collaboratori più stretti. Vero, verissimo, le interessano i progetti, le poltrone sono funzionali, nella sua ottica, a programmi concreti, non al puro narcisismo mediatico oppure salottiero. Ma come stanno davvero le cose? E Gentiloni che vuole un passo indietro da Emma che, da parte sua, avrebbe già da fare con l'Ilva oppure il quadro e un altro? Pare che Renzi non abbia gradito la mobilità della signora che risulta una infaticabile tessitrice di rapporti a sinistra come al centro o a destra (senza trascurare le estremità dei due poli). Pare, il condizionale e d'obbligo. Vediamo allora i retroscena. Dietro l'ipotesi che la Marcegaglia abbandoni l'Eni senza correre per il rinnovo del mandato, ci sarebbero anche motivazioni legate ad affari di famiglia. Gli impegni in azienda a Gazoldo degli Ippoliti non consentirebbero ad Emma di continuare ad avere un incarico, sia pure non operativo ma di "alta rappresentanza", come quello che attualmente lei ha al vertice Eni. In realtà, il backstage racconta un'altra storia. La storia di una imprenditrice che ha sempre avuto un rapporto serio, solido con la politica in tutti i momenti della sua carriera professionale.

Per chi vota Emma

Emma non ha mai dichiarato per chi votasse nel segreto dell'urna, però ha puntato ogni volta sul cavallo giusto. Prima che cominciasse a soffiare il vento della rottamazione renziana, si era avvicinata a Matteo Renzi tanto da entrare nelle sue grazie. Oltre alla presidenza Eni, Marcegalia era stata decisiva, ci piace ricordarlo perche e importante, nella nomina del napoletano Vincenzo Boccia alla presidenza di Confindustria dopo Giorgio Squinzi. Boccia, stimato da un altro big supporter di Renzi, ossia il governatore della Campania Vincenzo De Luca, ha ricambiato immediatamente l'apertura di credito e di stima dell'ex premier, schierando la sua associazione- compatta- con il si al referendum costituzionale del dicembre scorso. Fino a quel momento, la posizione di Emma - in ottimi rapporti con palazzo Chigi ed anche con l'asse Berlusconi-Maroni- Salvini - era fortissima. Dopo la disfatta renziana al referendum, qualcosa e cambiato. Anche per le manager più navigate come lei, e diventato difficile trovare un interlocutore politico adatto ad un "dialogo costruttivo", non solo alle cortesie o ai sorrisi da convegni e kermesse. Con il crollo del sistema renziano, e crollato pure il ponte d'appoggio con Denis Verdini mentre in casa di Berlusconi- malgrado le relazioni personali siano tuttora eccellenti- Marcegaglia e considerata, a torto o a ragione, una donna di sinistra. La confusione regna sovrana nel Pd dove la cosa più ragionevole é quella di puntare su Andrea Orlando  soprattutto dopo gli ultimi fatti di cronaca giudiziaria che chiamano direttamente in causa Tiziano Renzi è il braccio destro di Matteo, Luca Lotti. Insomma, siccome io conosco da vent'anni il consigliere più stretto della Marcegaglia ossia Rinaldo Arpisella - croce e delizia di giornalisti, manager o politici- non faccio fatica a credere che la signora di Gazoldo voglia approfittare del quadro così poco limpido politicamente per "saltare" un giro. Certo, alle richieste ufficiali a proposito di imminenti dimissioni della presidente, l'Eni risponde con una secca smentita. 

Marcegaglia pro Descalzi

Il vertice, aggiungono fonti informale del Cane a sei zampe, non si tocca. Lo conferma il fatto che la stessa Marcegaglia durante l'ultimo cda a Londra si é sperticata in lodi nei confronti dell'amministratore delegato Claudio Descalzi. "Abbiamo fatto una raccomandazione agli azionisti affinché ci sia continuità ai vertici dell’Eni. L’ad ha fatto un lavoro meraviglioso in questi tre anni difficili”, ha detto la presidente. "Se arrivi in una compagnia" ha aggiunto "ti servono almeno uno o due anni per capire dove sei. Proprio per questo e importante la continuità". Ma oltre l'Eni, ci sono 500 poltrone in scadenza- fra collegi sindacali, consigli di amministrazione di Terna, Leonardo Finmeccamica, Enav, Poste o società minori- che rifletteranno inevitabilmente nell'esprimere i nomi, lo stato dell'arte della politica.