Economia
Eni ridefinisce l'assetto: tre nuove divisioni e quotazione in Borsa delle controllate green
La nuova organizzazione vede la nomina di due direttori generali: Francesco Gattei, attuale Cfo, e Guido Brusco, a capo della divisione Natural Resources
Eni, approvata la nuova struttura societaria
Eni ha avviato una profonda riorganizzazione strategica sotto la guida dell’amministratore delegato Claudio Descalzi, spostando l'attenzione sulla creazione di valore attraverso l’ingresso di partner e la quotazione delle società legate alla transizione energetica. Il nuovo assetto aziendale, annunciato ad Abu Dhabi il 12 settembre, rappresenta un deciso passo avanti per accelerare il percorso verso la decarbonizzazione, massimizzare la creazione di valore e gestire al meglio le sfide operative.
La nuova organizzazione vede la nomina di due direttori generali: Francesco Gattei, attuale Cfo, e Guido Brusco, a capo della divisione Natural Resources. Con questa doppia leadership si punta a ottimizzare sia la gestione economico-finanziaria sia lo sviluppo delle risorse naturali, creando una sinergia tra i business tradizionali di Eni e le nuove iniziative legate alla transizione energetica.
Descalzi ha spiegato che il cambiamento organizzativo mira a rafforzare le eccellenze operative, accelerando la trasformazione industriale di settori cruciali come la chimica e il downstream. Le parole chiave qui sono efficienza, innovazione e integrazione, con l'obiettivo di massimizzare le performance operative e ridurre i tempi tra la scoperta e la produzione nei giacimenti petroliferi.
Un pilastro della strategia è lo sviluppo delle società satellite nei settori tradizionali e nelle nuove aree legate alla transizione energetica. Parliamo di società come Vår Energi in Norvegia e Azule in Angola, già consolidate nel settore Oil & Gas, ma anche di realtà emergenti come Plenitude ed Enilive, che operano nell'ambito delle energie rinnovabili. L'ingresso di partner strategici e la quotazione in borsa di queste società sono viste come leve per creare ulteriore valore, destinato sia alla crescita dei nuovi business legati alla decarbonizzazione che alla remunerazione degli azionisti.
In parallelo, Eni sta spingendo su nuove iniziative industriali come le bioraffinerie, la cattura e lo stoccaggio di CO2, e il rafforzamento dell’integrazione tra le attività Oil & Gas e le divisioni Power e Trading. In particolare, un settore su cui Eni sta puntando in questa riorganizzazione è la chimica, storicamente problematica in termini di redditività. L’obiettivo è ristrutturare completamente il comparto attraverso nuove piattaforme specializzate, circolari e bio, e puntare sul business del risanamento ambientale.
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La nuova struttura in tre divisioni
La nuova organizzazione di Eni si articola in tre strutture operative, ciascuna affidata a un chief operating officer (COO), che risponderanno direttamente all’amministratore delegato:
Chief Transition & Financial Officer (Francesco Gattei): questa divisione avrà il compito di implementare la strategia economico-finanziaria del gruppo e gestire le società Plenitude ed Enilive, con l’obiettivo di massimizzare la loro valorizzazione sul mercato.
Global Natural Resources (Guido Brusco): concentrata sullo sviluppo delle risorse naturali, questa divisione sarà integrata con il business Power Generation & Marketing e il Trading Oil, spingendo anche su progetti di cattura e stoccaggio della CO2 e la creazione di nuovi agri-hub.
Industrial Transformation (Giuseppe Ricci): novità assoluta, questa divisione sarà dedicata alla trasformazione industriale di settori come la chimica e il downstream, accelerando i processi di risanamento ambientale tramite Eni Rewind.
Un altro punto focale del nuovo assetto è il rafforzamento del ruolo della tecnologia all’interno del gruppo. La struttura Technology si conferma il centro di competenza per l’innovazione, con un forte focus su ricerca e sviluppo, digitale, intelligenza artificiale e tecnologie quantistiche.