Economia
Eni, semestre giù per Covid: utile operativo adjusted 0,87 mld
Nel secondo trimestre del 2020 Eni ha realizzato un utile operativo adjusted di 0,87 miliardi di euro, in calo di un miliardo (-81%), rispetto allo stesso periodo del 2019. Nel II trimestre, invece, è stato pari a 0,43 miliardi (nel II trimestre 2019 l'utile operativo adjusted è stato di 2,28 miliardi).
Al netto dell’effetto scenario, spiega la società, -2,6 miliardi e degli impatti del Covid-19 di -0,3 miliardi, la performance del II trimestre è stata positiva per +0,2 miliardi; nel semestre la performance è stata positiva per +0,3 miliardi.
Gli investimenti netti sono stati pari a 2,86 miliardi nel semestre, ridotti del 24% grazie al piano di revisione dell’attività realizzato da marzo, finanziati interamente dal flusso di cassa adjusted.
Gli altri dati di bilancio mostrano, per quanto riguarda il risultato netto adjusted, una perdita netta adjusted di 0,71 miliardi nel secondo trimestre e di €0,66 miliardi nel semestre, dovute alla flessione dell’utile operativo a cui si aggiunge l’aumento del tax rate consolidato a causa dello scenario depresso.
Per quanto riguarda il flusso di cassa netto da attività operativa adjusted - prima della variazione del circolante ed escludendo l’utile/perdita di magazzino - è stato pari a 3,26 miliardi nel semestre (-52% rispetto al corrispondente periodo 2019); 1,31 miliardi nel trimestre (-61%).
La flessione del semestre "è attribuibile per -3,5 miliardi all’effetto scenario, compresi gli effetti sui dividendi delle partecipate, per -0,6 miliardi agli impatti COVID-19 e per -0,3 miliardi al fair value dei derivati, mentre la performance è stata positiva per €0,8 miliardi".
L'indebitamento finanziario netto è stato di 19,97 miliardi (14,33 miliardi ante lease liability - IFRS 16) in aumento di €2,85 miliardi rispetto al 31 dicembre 2019.
Eni, Descalzi: "Reagito bene nel semestre peggiore della storia"
“Considero estremamente positiva la reattività mostrata da Eni nel semestre probabilmente più difficile che l’industria oil&gas abbia dovuto superare nella sua storia". Così l'ad di Eni Claudio Descalzi commenta i dati di bilancio della società conseguiti nel II semestre.
L'ad ha fatto presente che "i prezzi sono crollati insieme alla domanda per effetto della crisi sanitaria e delle tensioni geopolitiche" e che "solo un intervento straordinario dell’OPEC+ ha consentito di riportare un minimo di stabilità nel mercato, mentre la difficile uscita dalla pandemia mostra ancora elevati elementi di incertezza. In questo contesto Eni ha prontamente reagito rivedendo i suoi piani industriali nel 2020 e 2021 con l’intento di preservare la sua solidità patrimoniale".
In particolare "sono state identificate azioni di contenimento dei costi di funzionamento 2020 per 1,4 miliardi senza compromettere l’attuale occupazione, mentre gli investimenti sono stati ridotti di 2,6 miliardi principalmente nel business Upstream che risulta il più colpito dagli effetti della crisi.
I business del gas, del retail e della bio-raffinazione hanno al contrario dimostrato una grande robustezza, facendo registrare risultati migliori di quelli 2019 nonostante gli effetti della pandemia e trainando i risultati consolidati al di sopra delle aspettative di mercato. Tutto ciò ci ha consentito di mantenere una generazione di cassa superiore all’esborso per investimenti e di non intaccare la riserva di liquidità di circa 18 miliardi al 30 giugno.”
Eni, ottimizzazione costi per 1,4 mld nel 2020, anche nel 2021
Eni intende avviare un'implementazione del programma di ottimizzazione costi "con risparmi attesi nel 2020 di circa 1,4 miliardi; analogo ammontare previsto per il 2021". E' uno dei punti del programma di revisione dei piani e delle strategie aziendali a breve/medio termine.
La società, riferisce una nota, "ha prontamente rivisto i piani industriali per adattare il business allo scenario di crisi dovuto alla pandemia Covid-19, mettendo in campo un insieme di azioni e di iniziative finalizzate a rafforzare la liquidità e la struttura patrimoniale, difendere la redditività e aumentare la resilienza allo scenario senza pregiudicare la capacità dell’azienda di tornare a crescere non appena le condizioni macro lo consentiranno, accelerando al tempo stesso l’evoluzione del business in chiave low carbon".
Eni, in aumento investimenti green, al 26% del totale nel 2023
Gli investimenti “green” di Eni rappresenteranno il 17% della spesa complessiva nel quadriennio 2020-2023 (12% nel precedente piano approvato), raggiungendo il 26% del totale investimenti nell’anno 2023. E' quanto si legge nell'aggiornamento della strategia della società, alla luce degli effetti della pandemia.
In particolare, la manovra di investimenti complessiva nel quadriennio 2020-2023 si attesta a 27 miliardi di euro, in riduzione di 4,7 miliardi di euro rispetto al Piano originariamente approvato per effetto delle azioni decise per gli anni 2020-2021 nel business Upstream. Ai business di transizione, ed in particolare a progetti per bio-raffinerie, generazione rinnovabile e crescita clienti retail, sono stati viceversa allocati fondi incrementali per 800 milioni di euro suddivisi sugli anni 2022-2023.
Per quanto riguarda gli altri obiettivi, le produzioni di olio e gas sono ora previste raggiungere all’incirca i 2 milioni di barili equivalenti al giorno al 2023, arrivando poi a toccare il picco al 2025 con circa 2,05 – 2,10 milioni di barili equivalenti al giorno.
Sono al contrario confermati tutti gli altri obiettivi al 2023 riferiti ai business di transizione energetica. In particolare la capacità installata di generazione di energia elettrica da fonti rinnovabili è prevista raggiungere i 3 GW, mentre i clienti retail gas & power sono attesi raggiungere i 10,5 milioni.