Economia

Esclusiva/ Bombassei: “Colle-Chigi? Ok Cassese-Draghi. Dramma caro-energia”

Di Angelo Maria Perrino

Il fondatore di Brembo rivela ad Affari di non temere per il governo "se delle persone valide, come Cassese e Draghi, finiscono per occupare i posti giusti"

“Al Quirinale e a Palazzo Chigi? Ci vuole la professionalità al potere”. Parola di Alberto Bombassei, fondatore e presidente emerito del colosso mondiale dei sistemi frenanti per l’automotive d’alta gamma Brembo, gruppo con un fatturato pre-pandemia da oltre 2,5 miliardi di euro e quotato in Borsa dove vale quasi 4 miliardi di euro. Che in un’intervista ad Affaritaliani.it durante le celebrazioni Pirelli per i 150 anni dalla fondazione dell'azienda della Bicocca al Piccolo Teatro Strehler di Milano, esprime il suo favore per “la coppia Cassese- Draghi” ai vertici delle istituzioni. Non sono molti coloro che nel mondo dell'imprenditoria italiana hanno saputo coniugare l'impegno nella propria azienda con quello istituzionale.

E tra questi c’è senz'altro Bombassei, l'industriale bergamasco che, dopo avere trasformato l'impresa di famiglia Brembo in un big player a livello internazionale che rifornisce i principali gruppi mondiali delle quattroruote, ha svolto per anni un importante ruolo istituzionale. Sia come vicepresidente di Confindustria (in più mandati) con delega alle relazioni industriali sia come parlamentare sotto le bandiere di Scelta Civica, creatura politica di Mario Monti. Prima di tornare esclusivamente all'attività d'imprenditore. Dal 2018, Bombassei è succeduto a Cesare Romiti alla presidenza della Fondazione Italia-Cina

 

La voce dell’impresa sulle elezione del presidente della Repubblica. La vicenda del Quirinale è un sistema un po’ incartato con intorno tanti problemi che crescono e si irrobustiscono. E’ preoccupato?
“Più che dell’impresa, direi la voce dell’imprenditore. E’ chiaro che l’imprenditore, come il sottoscritto e tanti miei colleghi, ha chiaramente apprezzato questo anno di tecnicismo. Che poi non condivido completamente questa divisione fra tecnici e politici: uno può essere un tecnico e un bravo politico, come può essere un politico e anche tecnico. Quindi, non bisogna fare questa divisione così netta”.

Par di capire dunque che lei sia a favore del premier Mario Draghi…
“Draghi oppure un’altra figura tecnica, e qualche altro nome è girato per la presidenza della Repubblica, se Draghi rimane a fare il presidente del Consiglio. L’importante è che siano dei personaggi di altissimo livello. Alcuni nomi son stati fatti e direi che potrebbero benissimo correre”.

Sarebbe una perdita per il Paese se Draghi uscisse dai giochi per il Quirinale?
“Non sono in grado di dare una risposta sensata. Da un lato, mi piacerebbe che diventasse presidente della Repubblica perché è una persona che merita, di grandissimo livello e di conoscenze internazionali. Sarebbe quindi una bella vittoria del buonsenso se andasse a rappresentare l’Italia”.

Ma togliendolo da Palazzo Chigi ci perdiamo o no?
“Molti dicono invece che se Draghi lascerà la carica di premier, l’Italia, quella operativa, perderà qualche cosa. Quindi francamente la risposta non la so”.

Tra i nomi che girano come quello di Giuliano Amato, Pierferdinando Casini, Maria Elisabetta Casellati, ha qualche preferenza?
“Mi è piaciuto il nome del professor Sabino Cassese. Mi sembra anche lui un personaggio fuori dalla politica, ma di un livello molto alto: sarebbe una figura neutrale di alto standing. Poi, sulle singole scelte politiche preferirei non intervenire”.

Non teme il rischio di una campagna elettorale lunga un anno e quindi di un governo che si logora?
“Non credo. Se delle persone valide, come le due che ho citato, finiscono per occupare i posti giusti possiamo affrontare anche il rinnovo in maniera molto più razionale e molto più veloce. Non abbiamo la possibilità e il lusso di poter perdere tempo. Questi tre giorni di sceneggiata sono stati avvilenti per un cittadino normale”.

Le vicende dei rincari energetici e dei prezzi delle materie prime sono realmente preoccupanti o c’è del terrorismo mediatico…
“No, sono preoccupanti anche se quello delle materie prime non è un problema solo italiano, ma equamente distribuito. Mentre quello dell’energia è un problema ancora molto più elevato, al di là dei privati e delle bollette classiche di casa. Esistono tante aziende energivore dove gli imprenditori, con l’aumento del prezzo dell’energia e del gas, hanno preferito chiudere. E’ successo a tantissime imprese che conosco. Sono due temi importantissimi”.

Per cui non possiamo permetterci vuoti di potere…
“Proprio così. E' necessario trovare quindi le professionalità adatte. Ci sono delle persone validissime, ma qui bisogna avere la professionalità”.

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