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Economia
Euro verso quota 1,21 dollari: chi ci perde e chi ci guadagna

L'euro ha sfondato quota 1,20 sul dollaro, un livello che non toccava dal settembre dello scorso anno, e precedentemente da gennaio 2015. Dietro il super euro c'e' la ripresa dell'economia europea e le incertezze sulla politica di Donald Trump dopo il varo della riforma fiscale e anche le recenti mosse della Fed, che hanno indebolito il biglietto verde. Ma che vuol dire concretamente per tutti noi avere a che fare con un euro forte? Fondamentalmente rappresenta un vantaggio per chi compra dall'estero e uno svantaggio per chi vende all'estero. In pratica, danneggia l'export, rendendo meno competitivi i nostri prodotti e avvantaggia chi compra dall'estero, o chi si reca fuori dai confini nazionali. Ma vediamo piu' nel dettaglio i pro e i contro.

I VANTAGGI

- Viaggi all'estero piu' convenienti. Per il turista che si reca in un Paese straniero, in particolare negli Usa, l'euro forte consente un cambio piu' vantaggioso e da' piu' potere d'acquisto, non solo nello shopping, ma in tutte le forme di pagamento: dagli hotel, ai ristoranti, alle spese per i trasporti.

- Prezzo benzina tende a calare. Il costo dei carburanti, al netto delle tasse, tende a diminuire, o quantomeno a stabilizzarsi.

- Bollette energetiche piu' basse. I beni di importazione, a partire da quelli energetici, costano meno e quindi e' previsto un risparmio nella bolletta energetica, anche se gli aggiustamenti dei prezzi non sono automatici e quindi i vantaggi per le nostre tasche si faranno sentire a scoppio ritardato.

- Mutui e prestiti meno cari. L'euro forte non impedira' il tapering della Bce, ma probabilmente lo rallentera'. Inoltre spingera' la Bce a mantenere a lungo i tassi di interesse all'attuale livello, cioe' quasi a zero. Questo consentira' di tenere bassi i tassi sui mutui e sui prestiti.

- Importazioni favorite. Le aziende potranno comprare a costi piu' contenuti beni e soprattutto materie prime dall'estero, abbassando costi di produzione.

GLI SVANTAGGI

- Export penalizzato. Le aziende che esportano, quindi in teoria tutto il made in Italy, saranno svantaggiate perche' le merci prezzate in euro avranno un valore piu' alto rispetto a quelle in dollari o in altre valute, perdendo competitivita'. La penalizzazione sara' tanto piu' forte per quei prodotti i quali, piu' che sulla qualita', puntano sulla convenienza di prezzo. - Borse, penalizzate aziende export. Il super euro penalizza le aziende quotate specializzate in export e quindi in particolare la Borsa di Milano, in cui il peso di queste aziende e' molto forte.

- Costi bancari tendono a salire. I bassi tassi di interesse, che l'euro forte tende a mantenere, indeboliscono i profitti delle banche, le quali, per rifarsi, aumentano i costi de loro servizi.

- Rischio calo turisti in Italia. L'alto tasso di cambio dell'euro non incoraggia l'afflusso di turisti, specie quelli Usa, che potrebbero preferire mete in cui il dollaro ha piu' valore.

- La trappola dei prezzi troppo bassi. Draghi l'ha detto chiaro: l'euro forte e' una "fonte di incertezza" per le sue implicazioni a medio termine sull'outlook dell'inflazione dell'Eurozona. In pratica, non favorisce un aumento dei prezzi, li mantiene bassi troppo a lungo. In questo caso, il vantaggio a breve per i consumatori si tramuta in uno svantaggio a medio e lungo termine, poiche' crea instabilita' e incertezza, a danno della crescita dell'economia e dell'occupazione.

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