Economia
Europa in rally per tutto l'anno. Ecco perché le Borse Ue saliranno
L'intervista di Affaritaliani.it a Luca Tobagi, investment strategist di Invesco, asset manager Usa nella top ten mondiale del risparmio gestito
di Andrea Deugeni
@andreadeugeni
Dopo la vittoria di Emmanuel Macron, sulle Borse europee prevalgono le fisiologiche prese di beneficio. Gli investitori internazionali avevano scommesso sul candidato di En Marche! immediatamente dopo il primo turno delle elezioni francesi. I listini del vecchio continente, che stanno beneficiando del riposizionamento dei capitali anglosassoni, sono in rialzo però dalla fine del 2016, battendo anche Wall Street. Quanto durerà ancora il rally? Affaritaliani.it lo ha chiesto a Luca Tobagi (nella foto sotto), investment strategist di Invesco, asset manager statunitense con 835 miliardi di dollari di patrimonio gestito, big player dei mercati finanziari nella top 20 mondiale del risparmio gestito.
L'INTERVISTA

A parte lo stop odierno dovuto a fisiologiche prese di beneficio, le Borse europee sono in rally (rispetto a Wall Street) da fine 2016, grazie al progressivo riposizionamento dei grandi fondi internazionali. Quanto ancora potrebbe durare la corsa dei listini del vecchio continente?
"Potrebbe proseguire, perché non è legata soltanto a dei catalyst esogeni rispetto alla dinamica dei mercati, ma anche perché è strettamente connessa alla dinamica del sottostante. E cioè l'economia".
Può spiegare?
"La ripresa economica, inclusa l'Eurozona, si sta consolidando e irrobustendo. I mercati, quindi, ne stanno prendendo atto, osservando gli utili aziendali che migliorano come emerge dalla reporting season in corso. In più, c'è un altro aspetto importante".
Quale?
"Dalla seconda metà dell'anno scorso e soprattutto dall'ultimo trimestre del 2016, è diventato sempre più chiaro e visibile l'irrobustimento della dinamica dei prezzi. In Europa non abbiamo ancora un'inflazione particolarmente alta, ma intanto non si parla più di deflazione".

E quindi?
"Questa dinamica è favorevole alle attività cicliche e, in particolare, ai mercati azionari europei che rispetto a Wall Street presentano valutazioni più basse. Questo è visibile in un premio per il rischio più alto rispetto a quello del mercato americano. Non solo. A differenza degli Stati Uniti, dove il premio per il rischio è al di sotto della propria media storica, l'Europa vede un premio per il rischio invece significativamente superiore alla propria media storica. Ciò significa che gli investitori non si sentono pienamente rilassati all'idea di detenere in portafoglio azioni del vecchio continente. E proprio quest'aspetto, insieme all'auspicabile prosecuzione di una dinamica macroeconomica favorevole, potrebbe fornire il carburante necessario a un'ulteriore progressione positiva dei mercati azionari".
Questo trend potrebbe essere il tratto distintivo delle Borse Ue di tutto il 2017?
"Sì. E soprattuto la svolta, che c'è stata dal punto di vista della dinamica dell'inflazione, potrebbe essere la chiave di lettura del riposizionamento in atto. Trade ciclico e reflation trade sono abbastanza favorevoli all'Eurozona, i cui mercati azionari hanno anche una composizione un po' più legata al ciclo rispetto ad altri mercati azionari".
Oltre ai bancari, in forte recupero proprio dall'inizio dell'anno, quindi i titoli azionari più interessanti sono i ciclici...
"Esatto. In questo momento, i settori ciclici sono sostenuti dalla dinamica economica e da valutazioni più interessanti rispetto ai comparti un po' meno ciclici. Settori che in Europa sono un po' più cari. In questo ambito, comunque, a seconda delle diverse aree geografiche, ci sono titoli da gettonare come i farmaceutici o il biotech. Poi l'energy merita un discorso a parte".
E cioè?
E' un settore che ha performato molto bene nel 2016, dopo diversi anni di andamento deludente e che quest'anno sconta un effetto congiunto di prese di beneficio e di discesa del prezzo del petrolio, le cui valutazioni sono ancora care. I miglioramenti in termini di efficienza di molte società, però, fanno ben sperare per il futuro, anche con il greggio a questi livelli".