Economia
Ex Ilva, luce in fondo al tunnel: accordo fatto sulla cassa integrazione. Nel 2025 si scende a 3.062 addetti
È stato raggiunto, al ministero del Lavoro, l'accordo per la proroga della cassa integrazione straordinaria per 12 mesi per i lavoratori di Acciaierie d'Italia in amministrazione straordinari scaduta il 28 febbraio

Ex Ilva, accordo fatto sulla cassa integrazione: nel 2025 si scende a 3.062 addetti
È stato raggiunto, al ministero del Lavoro, l'accordo per la proroga della cassa integrazione straordinaria per 12 mesi per i lavoratori di Acciaierie d'Italia in amministrazione straordinaria (ex Ilva), scaduta il 28 febbraio scorso. Coinvolti in totale - secondo quanto si apprende da fonti sindacali - 3.062 lavoratori rispetto alla richiesta iniziale di 3.400. A firmare l'intesa i rappresentanti dell'azienda e le organizzazioni sindacali Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm, Usb e Ugl. Tra gli altri principali punti dell'accordo raggiunto, l'integrazione salariale al 70% e la rotazione dei lavoratori coinvolti, senza alcuna sospensione a zero ore. Tra le novità previste anche l'esclusione dalla 'cassa' dei manutentori impegnati nel piano di ripartenza, la maturazione dei ratei di tredicesima e di almeno un giorno di ferie. Predisposto anche l'impianto per un premio una tantum in welfare (1% del valore annuo della paga base a raggiungimento di 3 milioni /tonnellate di acciaio, 2% a 3,5 milioni, 3% a 4 milioni).
L'accordo di oggi sulla proroga della cassa integrazione straordinaria per 3.062 lavoratori Ex Ilva è "un passo importante, ma non risolutivo". Lo ha detto Loris Scarpa, coordinatore nazionale siderurgia per la Fiom-Cgil, al termine del tavolo al ministero del Lavoro. Scarpa ha reso noto che il piano di ripartenza verrà seguito con il raggiungimento, nel corso del 2025, di 4 milioni di tonnellate di acciaio invece che le 5 milioni tonnellate originariamente previste. Sono confermati tutti i trattamenti previsti dal precedente accordo del luglio scorso, tra cui l'integrazione della cassa integrazione al 70%, la rotazione e la formazione. "L'accordo siglato oggi conferma, inoltre - ha aggiunto - l'assenza di esuberi e la piena validità dell'accordo sindacale del 2018". Per Scarpa la questione importante era "ottenere l'incontro a Palazzo Chigi", convocato per il prossimo 11 marzo, perché "discutere di cassa integrazione nel mezzo di una vendita dell'azienda è assolutamente un fatto complicato, inusuale". "Ora - ha concluso - la parola passa al confronto di Palazzo Chigi, per discutere del futuro".
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