Economia
Ex Ilva, forni green e 6 mln di tonnellate di acciaio: piano salvataggio
L'obiettivo è raggiungere una produzione di 6 milioni di tonnellate di acciaio entro il 2026 con i forni attuali a carbone, ma la sfida è ardua
L'ex Ilva riparte, stretta sul cavaliere bianco
Prende forma il piano per la rinascita dell'ex Ilva. Un calendario per il ripristino degli impianti e l'inizio di una parziale transizione ai forni elettrici, insieme all'analisi dei potenziali futuri acquirenti privati. Lo riporta Il Giornale. I dettagli della nuova Ilva sono stati delineati ieri dai ministri competenti, con il ministro delle Imprese Adolfo Urso in primo piano, insieme al sottosegretario alla presidenza Alfredo Mantovano, ai tre commissari e ai sindacati, tutti riuniti a Palazzo Chigi. Il nuovo piano si concentra sull'obiettivo di mettere in funzione due impianti entro agosto (ora uno solo è operativo; Afo4) e di arrivare a tre impianti entro il 2025. La priorità rimane quella di far ripartire la produzione, attualmente ai minimi storici: 1,6 milioni di tonnellate.
Tra un anno inizierà la trasformazione elettrica parziale del sito siderurgico, con la cosiddetta decarbonizzazione. Nel primo semestre del 2025 inizierà la costruzione di due forni elettrici, che, secondo il commissario Giovanni Fiori, "potrebbero entrare in funzione nel secondo semestre del 2027 presso lo stabilimento ex Ilva di Taranto, in sostituzione di Afol e Afo4".
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L'obiettivo è raggiungere una produzione di 6 milioni di tonnellate di acciaio entro il 2026 con i forni attuali a carbone, ma è una sfida impegnativa. Molto dipenderà dai prossimi mesi, dalle risorse disponibili e dal mercato. Se il ripristino e la transizione degli impianti richiederanno tempo, altrettanto non si può dire per il coinvolgimento dei privati. Lo Stato, che ha commissariato l'azienda due mesi fa, sta cercando di coinvolgere rapidamente i potenziali acquirenti interessati. "Nella seconda metà di maggio sono previste visite presso gli stabilimenti ex Ilva da parte di società interessate all'acquisto del polo siderurgico", ha riferito il ministro Urso. Diversi soggetti sono interessati da mesi, tra cui la cremonese Arvedi, Metinvest dall'Ucraina, Vulcan Green Steel (Jindal) e Steel Mont dall'India.
Sul fronte finanziario, sono in arrivo nuove risorse. Il governo prevede di spostare altri 150 milioni di euro dall'ex Ilva in amministrazione straordinaria ad Acciaierie d'Italia e arriveranno anche i 320 milioni del prestito ponte, ha dichiarato Francesco Rizzo dell'Usb al termine dell'incontro tra il governo e i sindacati. La situazione è considerata "critica" e si rischia l'esclusione dal ciclo produttivo di 4.000-5.000 lavoratori nel tempo, ha aggiunto. Al momento, i sindacati non sono soddisfatti perché il piano è troppo generico e non prevede un immediato "ripresa produttiva". Il piano industriale, che include la costruzione dei forni elettrici, sarà presentato a breve a Bruxelles per accelerare il prestito ponte.