Economia

Fenomeno ChatGpt, in soli due anni di vita oltre 200 milioni di utenti attivi. Ma non mancano le controversie legali

Secondo gli esperti di Bnp Paribas asset management la spesa mondiale per i servizi di Ai sarà più che raddoppiata nel 2028

di Maddalena Camera

Fenomeno ChatGpt, ma non mancano le controversie legali

Ha solo due anni di vita ma già 200 milioni di utenti attivi ogni settimana. Si tratta di ChatGpt, il software di intelligenza artificiale generativa più noto al mondo che è stato lanciato sul mercato alla fine del 2022 e che sta già rivoluzionando il modo di lavorare di migliaia di persone. E dunque, nonostante i rischi e le incertezze che pesano sulla tecnologia, OpenAi, la società proprietaria di ChatGpt fondata e guidata da Sam Altman che ha trovato in Microsoft il suo principale sponsor è già valutata circa 150 miliardi di dollari, raddoppiando il valore in un solo anno.

L'ultimo round di finanziamento, a novembre, pari a 6,5 miliardi di dollari, cifra che sarebbe capace di cambiare il volto a molte aziende (Telecom Italia compresa che capitalizza, in totale, solo 5 miliardi, valuta l'azienda ben 40 volte il fatturato dichiarato). Ora OpenAi ha un valore simile a quello di At&t, il maggior gestore di tlc degli Usa e anche di Uber.

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Oltre a Microsoft del round hanno fatto parte anche Nvidia (la regina dei chip per Ai) e il colosso nipponico Softbank. Ora la società sta completando la conversione da benefit a impresa a scopo di lucro cosa che ha fatto infuriare non poco Elon Musk che, nel 2015 era stato tra i primi sostenitori di OpenAi ma che ha accusato i vertici di aver abbandonato la missione originale legato allo sviluppo dell'Ai a beneficio dell'umanità per puntare su benefici economici.

In realtà Musk vorrebbe che il tribunale invalidi la licenza concessa da OpenAi a Microsoft per l'utilizzo dei suoi modelli di intelligenza artificiale. Del resto anche il fondatore di Tesla e Space X ha una sua società che si occupa di intelligenza artificiale, xAi che ovviamente è in ritardo rispetto ai progressi fatti da ChatGpt.

L'attesa è che i giudici valutino non solo le azioni specifiche di OpenAI e Microsoft, ma anche le implicazioni più ampie per l’ecosistema dell’IA e per gli investitori e gli sviluppatori emergenti nel settore. Nel frattempo ChatGpt ha introdotto le opzioni a pagamento oltre a quella gratuita con funzionalità limitate. Oltre a quella a 20 dollari al mese è arrivato l'abbonamento Pro che per ben 200 dollari al mese, abilita l’accesso illimitato a OpenAI o1, GPT-4, Advanced Voice, e anche una versione di o1 esclusiva che utilizza calcoli avanzati per fornire risposte più accurate, sarà anche in grado di gestire conversazioni più lunghe e complesse.

Secondo gli esperti di Bnp Paribas asset management la spesa mondiale per i servizi di Ai sarà più che raddoppiata nel 2028 quando potrebbe raggiungere i 632 miliardi di dollari. Da sottolineare che allo sviluppo del settore sono interessati una moltitudine di attori che passano dalla società che forniscono servizi cloud, ai produttori di energia (vista l'enorme potenza di calcolo necessaria con conseguente consumo di elettricità), ma anche le società di sviluppo di software per database. E poi ci sono i fornitori di apparecchiature di rete e sistemi di archiviazione dati e naturalmente i produttori di semiconduttori tra cui svetta la protagonista dell'exploit borsistico più importante degli ultimi anni, Nvidia.

E anche se l’apice della produttività dell’intelligenza artificiale è certamente ancora  lontana, l’AI è già stata integrata con successo in una serie di applicazioni che spaziano dalla sanità alla meteorologia con simulazioni complesse che possono essere usate per migliorare i modelli di previsione, all'industria per migliorare i controlli di processo e digitali fino all’ambito delle vendite e del marketing con i chatbot che vengono utilizzati per interagire con le richieste del servizio clienti e per semplificare i flussi di lavoro, migliorando la produttività.

Ci sono però anche dei rischi derivanti dalle informazioni fuorvianti prodotte dai falsi contenuti audio e video generati con facilità dall'Ai. Per questo gli utenti dovranno essere in grado di distinguere facilmente ciò che è reale da ciò che è falso. E quindi l’implementazione dell'Ai Tagging potrebbe identificare meglio la fonte dei contenuti in futuro mentre i pregiudizi potrebbero essere mitigati utilizzando dati di informazione diversificati e più rappresentativi.

La controversia si inserisce in un contesto più ampio di crescente attenzione da parte delle autorità nei confronti delle pratiche aziendali delle tecnologie emergenti. Sarà interessante osservare come si svilupperà la situazione legale nelle prossime settimane e come le decisioni della corte influenzeranno la trasformazione di OpenAI e il panorama competitivo delle intelligenze artificiali. Ci si aspetta che i giudici valutino non solo le azioni specifiche di OpenAI e Microsoft, ma anche le implicazioni più larghe per l’ecosistema dell’IA e per gli investitori e gli sviluppatori emergenti nel settore.

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