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Economia
Ferrari, verso il ritorno di Todt: la mossa per sfidare Mercedes e Red Bull

Marco Mattiacci, Maurizio Arrivabene e Mattia Binotto non riescono nell’intento di riportare la Rossa dove merita, ottenendo al massimo dei piazzamenti alle spalle della Mercedes. Sergio Marchionne, che per poco tempo è stato presidente della Ferrari, aveva mostrato come un nome così rispettato nel mondo automotive potesse servire a ridurre il gap tra Ferrari e Mercedes. Tant’è che fino alla sua morte Sebastian Vettel era stato al comando della classifica piloti proprio davanti a Lewis Hamilton. Chiuderà a oltre 70 punti.

Marchionne era talmente rispettato (o forse temuto) che la power unit della Ferrari era la più potente, tanto da far sorgere qualche dubbio. Ma finché è stato lui presidente della scuderia nessun provvedimento è stato preso. Morto lui, le squadre si sono rivoltate. La riprova dello scarso peso politico di Ferrari arriva quando nel 2019 i motori della Rossa vengono messi sotto accusa. Risultato: accordo segreto con la Fia ma l’anno dopo la macchina è un disastro, con una potenza erogata inferiore di 50-60 cavalli. E c’è chi ricorda come Enzo Ferrari, quando subiva un torto, listava la macchina di blu e andava a correre negli Usa. Mentre la storia del motore è stata liquidata come un errore di Maranello.

Se Niki Lauda da super consulente di Mercedes ha fatto le fortune della casa di Stoccarda, di fatto facendo “digerire” alle altre scuderie un nuovo regolamento che era tutto a vantaggio della casa delle tre punte, la speranza è che Jean Todt possa ora fare lo stesso. L’anno prossimo ci saranno nuovi regolamenti in un’ottica anche di riduzione dei costi, che dovrebbero cambiare le carte in tavola. Verrà modificata la scocca, il diametro degli pneumatici e perfino il powertrain. Tutti aspetti che dovranno essere interpretati trovando il giusto bilanciamento tra rispetto delle regole e “scorciatoie”.

E il peso di Todt potrebbe aiutare la Ferrari a realizzare soluzioni al limite del regolamento (o anche un passettino oltre) senza che le altre squadre riescano a fare pressioni in seno alla federazione. Il Cavallino investe circa 400 milioni all’anno nel reparto corse. Rimane sempre il brand più affascinante del comparto e uno tra i più attraenti a livello globale. Ma manca, drammaticamente, di peso politico. Quello che serve per tornare al top è una figura riconosciuta e di spessore come Jean Todt. Basterà?

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