Economia
Festival del Futuro 2020. Il mondo nell'epoca post Covid
Festival del Futuro di Verona 2020: istruzione, innovazione e digitalizzazione sono gli ingredienti per la costruzione del futuro italiano
Festival del Futuro di Verona 2020. La parola a Carlo Ferraresi, CEO di Cattolica Assicurazioni e Fabrizio Di Amato, Presidente di Maire Tecnimont
Si è tenuta oggi la seconda giornata del Festival del Futuro di Verona 2020: tre giorni, oltre 40 ospiti, dibattiti, keynote speech ed interviste. Un denso programma di conferenze con manager e ricercatori, seminari e workshop dedicati ai principali macro-trends destinati ad influenzare il nostro futuro tra salute, tecnologia, ambiente, scienza e sviluppo, elaborati per Harvard Business Review Italia da esperti italiani e internazionali.
Il Festival, promosso dal Gruppo Athesis, media company di riferimento del lombardo veneto, Harvard Business Review Italia e la piattaforma di studio e divulgazione scientifica Eccellenze d’Impresa, coinvolge partner scientifici di altissimo livello tra i quali l’Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), l’Istituto Italiano di Tecnologia, l’Università Bocconi e Oxford Economics, il Politecnico di Milano e il Politecnico di Torino, il Festival della Scienza e l’Università di Verona.
Al panel di oggi, dedicato alla riflessione sul mondo nell'epoca post Covid, hanno partecipato Andrea Prencipe, Rettore LUISS (chairman); Emilio Rossi, CEO di EconPartners e Senior Advisor di Oxford Economics; Maria Savona, Docente di Economia, LUISS; Carlo Ferraresi, CEO di Cattolica Assicurazioni; Fabrizio Di Amato, Presidente di Maire Tecnimont.
Festival del Futuro di Verona 2020. Parola a Carlo Ferraresi, CEO di Cattolica Assicurazioni
Carlo Ferraresi, CEO di Cattolica Assicurazioni: "Cattolica Assicurazioni grazie alla sua lungimiranza aveva già inserito nel piano industriale 2018 la possibilità di operare in smart working per i propri dipendenti. Strumento che abbiamo poi potuto utilizzare efficacemente durante la pandemia portata dal Covid.
A livello d'innovazione e digitalizzazione siamo riusciti a dotare le nostri reti di strumenti per incasso di premi e il pagamento dei sinistri a distanza. La tecnologia è stata, in questo, un grande aiuto nel mantenere i rapporti. Questa pandemia ha cambiato profondamente l’approccio verso la tecnologia e verso il digitale da parte del cliente. Abbiamo registrato infatti un cambiamento nelle abitudini di consumo: più di 30 milioni di italiani che utilizzava internet già da tempo per acquistare online, ha trasposto questa abitudine anche sui beni finanziari e assicurativi.
Abbiamo notato quindi un’accelerazione nell’adeguarsi e nell’accettare questo tipo di innovazione anche da da un'elevata fascia d’età che prima ne era esclusa. È stato un profondo cambiamento che ritengo sarà stabile e senza recessione nel prossimo futuro.
L’Italia è entrata nella crisi con delle debolezze credo però che si debba guardare a questi tempi difficili come ad un’opportunità, infatti "mai sprecare una buona crisi” come diceva Winston Churchill. Da questo punto di vista il Recovery Fund è uno strumento estremamente importante che dimostra quanto l’Europa voglia fare per i propri cittadini. È un’occasione che dobbiamo sfruttare all’insegna della sostenibilità e dell’innovazione mettendo al centro le nuove generazioni e le imprese. È essenziale però anche non dimenticarsi il welfare aziendale, vivere in una comunità funzionale, mettere al centro la persona. La tutela del tessuto sociale è l’unico modo infatti per garantire uno sviluppo futuro.
Per una ripartenza italiana è necessario, in oltre, un impegno nei riguardi della formazione del capitale umano. Non è possibile che l’Italia sia al penultimo posto in Europa per la crescita del numero di laureati e che sia uno dei Paesi ai primi posti per il numero di abbandono scolastico. Tutto questo deve cambiare per il futuro. Cattolica si impegna nel sostenere questo cambiamento e per questo ha deciso di investire nell’ambito della scuola".
Festival del Futuro di Verona 2020. Parola a Fabrizio Di Amato, Presidente di Maire Tecnimont
Fabrizio Di Amato, Presidente di Maire Tecnimont: "Guardiamo alla crisi portata dal Covid con positività perché in questi mesi abbiamo registrato un'evoluzione molto forte del processo di transizione energetica. Da oltre dieci anni siamo impegnati ad aggiornarci e rinnovarci lavorando costantemente alla realizzazione dei nostri prodotti in modo diverso, sempre più circolari senza emissioni di Co2.
C’è voglia, consapevolezza da parte dell’opinione pubblica e dei governi ad andare in questa direzione, verso una sempre maggiore innovazione e digitalizzazione, oggi fondamentali.
La digitalizzazione sta infatti accelerando e credo riuscirà a rendere più efficienti ed agili i processi industriali. Si potrà fare di più e meglio, nonostante la componente fisica rimanga un elemento insostituibile. Siamo quindi positivi perché vediamo la possibilità di un'accelerazione rispetto alle resistenze più ampie del passato: nella discontinuità della vita si possono creare delle opportunità.
Il distretto circolare industriale che pone le sue basi su siti industriali da riconvertire è la nostra interpretazione all’innovazione del prodotto. Grazie agli anni della nostra storia e alla possibilità di confronto con mercati e culture differenti abbiamo deciso di interpretare l’innovazione non solo dal punto di vista dell’innovazione e della digitalizzazione ma anche con questo distretto: la vera innovazione del gruppo Maire Tecnimont.
L’idea è quella di produrre per il mercato interno favorendo in questo modo la ripresa italiana dopo la cridi portata dal Covid. Il primo impianto che abbiamo realizzato a Brescia è una delle prime tecnologie in Europa grazie alla sua capacità di conversione dei rifiuti del 95% e il suo saper trattare in contemporanea rifiuti plastici di natura differente. L'obiettivo è riuscire a produrre l’idrogeno da tutti quei rifiuti ad oggi non riciclabili.
In futuro nasceranno nuovi mestieri che prima non esistevano. Per sostenere la crescita e lo sviluppo del nostro Paese dobbiamo pensare e formare. Istruire proprio in funzione di queste nuove tecnologie e di questa nuova transizione che stiamo vivendo".