Economia
Consumatori, giù la fiducia. Sale per le imprese
Tra i settori si riduce solo nel commercio mentre è in recupero nel turismo
Scende la fiducia dei consumatori ad aprile, sale invece per le imprese. Tra i settori si riduce solo nel commercio mentre e' in recupero nel turismo. Secondo i dati diffusi dall'Istat nel mese l'indice del clima di fiducia dei consumatori, diminuisce lievemente, passando a 114,2 da 114,9 del mese precedente; per quanto riguarda, invece, le imprese, l'indice composito del clima di fiducia (Iesi, Istat economic sentiment indicator), aumenta a 102,7 da 100,2. Tutte le stime riferite alle componenti del clima di fiducia dei consumatori diminuiscono: quella economica a 140,5 da 142,7, quella personale a 104,8 da 105,7, quella corrente a 110,0 da 111,1 e quella futura a 120,2 da 120,6. I giudizi sull'attuale situazione economica del Paese peggiorano (a -38 da -34 il saldo) mentre per le attese aumentano i pareri favorevoli: il saldo passa a 8 da 5. I giudizi sui prezzi nei passati 12 mesi non variano: il saldo si attesta a -36; mentre, le attese per i prossimi 12 mesi, esprimono tendenze al ribasso (a -33 da -30 il saldo). Peggiorano le aspettative sulla disoccupazione (il saldo passa a 21 da 12). - Riguardo le imprese, il clima di fiducia sale nella manifattura (a 102,7 da 102,2), nelle costruzioni (a 121,2 da 118,4) e nei servizi di mercato (a 107,8 da 103,6), mentre scende nel commercio al dettaglio (a 102,0 da 104,9). Nelle imprese manifatturiere migliorano le attese sulla produzione (a 10 da 9), peggiorano i giudizi sugli ordini (a -14 da -13), mentre i giudizi sulle scorte rimangono stabili a 4. Nelle costruzioni migliorano sia i giudizi sugli ordini e/o piani di costruzione sia le attese sull'occupazione (a -35 da -37 e a -5 da -7, rispettivamente). Nei servizi crescono i giudizi e le attese sugli ordini (a 12 da 0 e a 8 da 2, i rispettivi saldi) mentre peggiorano le attese sull'andamento dell'economia italiana (a 2 da 7). Nel commercio al dettaglio peggiora sia il saldo dei giudizi sulle vendite correnti (a 1 da 5), sia quello relativo alle attese sulle vendite future (a 23 da 28); le scorte di magazzino rimangono stabili (a 11). L'Istat oggi ha anche stimato che gli ultimi provvedimenti fiscali del Governo comporteranno nel 2016 una diminuzione complessiva dell'11% delle imposte societarie, Ires e Irap, per un importo pari a 3,5 miliardi di euro. In particolare, secondo un rapporto che considera l'effetto della riforma dell'Irap, dei maxi-ammmortamenti per gli investimenti in beni strumentali e del potenziamento dell'Ace, l'intervento sull'Irap portera' nel 2016 una riduzione delle imposte per circa il 40% delle imprese, mentre l'agevolazione sui nuovi investimenti interessera' circa il 25% dei contribuenti Ires. Per entrambe le misure, la percentuale dei beneficiari cresce con la dimensione dell'impresa ed e' piu' elevata nell'industria, in particolare nei settori a maggiore intensita' tecnologica.