Economia

Finanza sostenibile, svolta green nei bilanci delle quotate: la fanno 4 su 10

Eduardo Cagnazzi

Uno studio di Deloitte rileva che il 42% delle relazioni finanziarie analizzate include un'informativa sul clima. Dell'Orto: "In futuro ulteriori cambiamenti"

Il cambiamento climatico entra nei bilanci delle società quotate. È quanto emerge dallo studio di Deloitte che analizza i bilanci di 226 società quotate in Borsa Italiana: il 42% delle relazioni finanziarie analizzate, infatti, include un’informativa climate, seppur con livelli di dettaglio molto diversificati tra loro, mentre il 58% delle relazioni finanziarie non evidenzia alcuna informativa.

«Dallo studio condotto traspare un buon grado di consapevolezza, soprattutto per le società appartenenti a settori caratterizzati da fattori di rischio più rilevanti, rispetto al fatto che il climate change costituisca un elemento rilevante nel contesto dei rischi aziendali e in quanto tale necessiti di essere incorporato nella strategia di gestione dei rischi e quindi nella relativa informativa di bilancio», spiega Stefano Dell’Orto, Audit & Assurance Leader di Deloitte. «Il processo è certamente nelle sue fasi iniziali e in corso di evoluzione ma il fatto che più del 40% delle relazioni finanziarie annuali affrontino, seppur con livelli di approfondimento significativamente diversi, la tematica, è indice che il processo è stato avviato e che la necessaria consapevolezza, richiamata in precedenza, è crescente tra i preparers. Nei prossimi anni ci aspettiamo importanti cambiamenti e impatti significativi per le società, e conseguentemente per i loro bilanci sia in termini di assunzioni sottostanti le stime sia in termini di articolazione e trasparenza dell’informativa fornita».

Nello svolgimento dell’analisi,la società di revisione e consulenza si è focalizzata sulla presenza di informativa in merito al climate change, sulla collocazione all’interno della relazione finanziaria annuale e sul livello di approfondimento dell'informativa fornita, prendendo a riferimento anche i principi della Task Force on Climate-Related Financial Disclosures. Emerge chiara la correlazione tra la presenza di informativa e il settore di appartenenza delle società: si ha una netta evidenza di come il settore e quindi il business costituiscano il driver più rilevante. L’analisi mostra un sostanziale equilibrio fra società industriali e società finanziarie: in particolare il computo evidenzia che circa il 42% delle entità industriali ha fornito informativa, percentuale di fatto del tutto analoga nel contesto delle società operanti nell’ambito dei financial services.

«Un ostacolo rilevante all’affermazione della rendicontazione sul Climate change è l’assenza di metriche universali. L’introduzione di standard di riferimento e requirement minimi potrebbero costituire elementi guida per gli addetti ai lavori ma soprattutto criteri oggettivi per consentire una comparabilità delle informazioni fornite. Il requirement di uniformità dell’informativa rispetto alle linee guida introdotte dal TCFD costituirebbe un effettivo cambiamento di impostazione che potrebbe influire in modo significativo sulla qualità e completezza delle informazioni fornite, in attesa dell'avvio di uno dei processi di standard setting armonizzato su scala globale», aggiunge Massimiliano Semprini, Partner di Deloitte e Italian IFRS Centre of Excellence Leader.

E proprio Deloitte, insieme alle altre Big Four, a settembre 2020 era stata tra i protagonisti dell’iniziativa promossa dal World Economic Forum che ha portato alla redazione delle prime linee guida per la creazione di metriche ESG universali(ESG, Environmental, social and corporate governance. Senza standard comuni per misurare i criteri di sostenibilità, la strada verso una transizione Green dell’economia è tutta in salita: ma la sensibilità di consumatori e istituzioni è in rapida evoluzione, e anche per il mondo della finanza sono attesi grandi cambiamenti.