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Economia
Fineco, ecco come balla da sola. I piani e gli appetiti dei concorrenti

Guardando ai numeri del 2018, i ricavi hanno sfiorato i 290 milioni di euro, l’Ebit (utile ante imposte) è risultato appena inferiore ai 355 milioni, mentre l’utile per azione normalizzato negli ultimi 12 mesi è di poco inferiore ai 41 centesimi. Il Roe d’esercizio è risultato pari al 28,25%, in calo rispetto al dato medio degli ultimi 5 esercizi (30,6% circa) ma ancora molto interessante: in confronto, Banca Mediolanum ha registrato un Roe appena inferiore al 12%, mentre Azimut ha toccato il 20,5%.

Come dire che mentre Foti potrebbe non essere interessato ad acquistare “a tutti i costi” un concorrente, qualche gruppo, magari estero, potrebbe essere tentato di acquisire FinecoBank, specie se le novità che saranno introdotte aumenteranno ulteriormente la produttività della rete e i margini di redditività del gruppo e il prezzo, che al momento è pari a 23,75 volte gli utili per azione attesi (contro le sole 6 volte dell’ex controllante Unicredit), non dovesse adeguarsi immediatamente.

Per ora Foti può tranquillamente continuare a crescere restando da solo, pur con un socio “di peso” come BlackRock. Di peso in tutti i sensi, visto che fattura 14,2 miliardi di dollari l’anno, con oltre 6.500 miliardi di dollari di patrimonio gestito e che la capitalizzazione di mercato è superiore ai 74,5 miliardi di dollari, peraltro con un prezzo pari “solo” a 18,5 volte gli utili per azione attesi. Numeri che per ora sembrano escludere tentazioni di Opa nei confronti di FinecoBank (verosimilmente troppo piccola e troppo costosa agli occhi degli americani per rappresentare qualcosa di più di una partecipazione finanziaria presente nei portafogli dei fondi gestiti dal gruppo a stelle e strisce), in futuro si vedrà.

Luca Spoldi

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