Economia

Elezioni Francia 2022, i mercati temono Le Pen e aspettano il "terzo turno"

di Kevin Thozet*

Ballottaggio? Le legislative di giugno saranno ancora più determinanti per i mercati finanziari

Elezioni Francia 2022, il presidente presiede, il governo governa... di solito

Dato il modesto divario tra i due candidati evidenziato nei recenti sondaggi, il dibattito previsto per il 20 aprile, tra i due ballottaggi, rivestirà un’importanza notevole. Aveva segnato una svolta significativa anche nelle elezioni del 2017, quando si è registrato un calo del numero di elettori che appoggiavano il candidato di “Rassemblement National” proprio a seguito del dibattito. Si può ragionevolmente pensare che Le Pen sarà più preparata questa volta, a differenza di Macron che di recente ha avuto meno occasioni di dibattito. Ecco perché è possibile l’appuntamento segni una rivincita per Le Pen, piuttosto che un remake del 2017.

Al di là del secondo turno delle elezioni presidenziali, le legislative previste tra tre mesi saranno decisive. Il Primo Ministro francese, anche se è nominato dal Presidente della Repubblica, è a capo del governo incaricato di determinare e condurre la linea politica della nazione e, di solito, è un esponente di un partito politico appartenente alla maggioranza dell’Assemblea Nazionale. Chiunque venga eletto il 24 aprile, non sarà in grado di attuare il programma politico previsto senza l’appoggio di una maggioranza in Parlamento.

Attualmente, sembra che il partito di Emmanuel Macron, “La République en Marche”, non sia nelle condizioni di poter contare su una solida base politica - come evidenziato dai bassi punteggi nelle scorse elezioni regionali e locali. Qualora venisse eletto, Macron potrebbe ritrovarsi alle prese con un governo di coalizione, fattore che limiterebbe il suo margine d’azione per attuare le riforme del proprio programma elettorale – in particolare, la contestatissima riforma delle pensioni. Se così fosse, il debole appoggio in Parlamento potrebbe anche ostacolare la capacità d’iniziativa a livello europeo.

Per quanto riguarda Marine Le Pen, se fosse eletta capo dello Stato, ci sarebbe una notevole probabilità che si trovi di fronte a un “fronte repubblicano” che sarà probabilmente più unito di quanto lo sia oggi. Dovrà quindi convivere con un governo in gran parte ostile.