Economia
Francia e Italia ai ferri corti: da Anima a Stellantis, ecco tutti gli scontri
La difesa dell'italianità della Sgr è solo l'ultimo capitolo di una lunghissima querelle che va avanti da tempo
Itali-Francia: un rapporto complicato
Preservare l’italianità di Anima, come riportato da diverse testate, potrebbe essere un pretesto per una più accesa difesa dei capitali nostrani dagli ingressi degli stranieri. Una modalità che in Francia avviene già abitualmente da tempo. C’è solo l’imbarazzo della scelta: Parigi, che è il secondo azionista di Psa, è automaticamente diventato il terzo in Stellantis dopo Exor e la famiglia Peugeot. E il suo peso lo fa sentire, eccome. Il ceo? È espressione dei francesi. Il cda è a maggioranza transalpino. I manager di primo livello sono in schiacciante superiorità francese. E soprattutto, la componentistica auto del nostro Paese trema a pensare che il nuovo standard per il segmento B (cioè quello con i numeri più significativi) è stato quello scelto da Psa e non da Fca.
E che dire della telenovela con Fincantieri per l’acquisizione dei cantieri Saint Nazaire? Alla fine l’azienda italiana ha dovuto mollare la presa perché la maggioranza assoluta in un’infrastruttura reputata così strategica Macron non voleva proprio concedergliela. Nello spazio, la collaborazione in Thales Alenia Space – che sta portando grandi risultati nella realizzazione di satelliti esplorativi – è in realtà una joint venture in cui il 66% è in mano ai francesi di Thales e il 33% in quelle di Leonardo. Si potrebbe ancora andare avanti: in molti sostengono che nell’iniziativa di dieci anni fa per rovesciare il governo di Gheddafi fu l’intento economico di togliere i preziosi giacimenti petroliferi dalle mani di Eni e di consegnarli a Total che convinse Sarkozy della necessità di intervenire.
Il rapporto tra Giorgia Meloni ed Emmanuel Macron, al di là delle smentite di prammatica, non è esattamente idilliaco. Tant’è che ancora recentemente, sulla vicenda migranti, le frizioni sono state notevoli. Senza contare il tavolo con Zelensky organizzato da Parigi da cui è stata esclusa la premier non senza qualche sberleffo di troppo (“saremo liberi di invitare chi ci pare?”). Ecco, in un momento di grandi incertezze a livello continentale, tra Italia e Francia si torna a battagliare. Quale sarà il prossimo terreno di scontro?