Economia
Fusione nucleare, dalle Covid-star ai finti fisici: Tabarelli fa business show
Il presidente di Nomisma Energia ospite di Tg2Post della Moreno fa lo show, spingendo per il nucleare da fissione (zeppo di scorie radioattive)
Fusione termonucleare, il siparietto sul recente esperimento che ha aperto la strada all'utilizzo dell'energia atomica. Il commento
Ieri sera a Tg2Post è andato in onda un siparietto niente male. Si parlava di fusione nucleare e del recente esperimento che ha aperto la strada ad un utilizzo dell’energia atomica così ottenuta, a scopi civili. Un tema caldissimo (è il caso di dirlo) perché si inserisce in un contesto molto particolare e cioè la dipendenza dell’Occidente dal gas e il caro bollette. L’esperimento svolto negli Stati Uniti per la prima volta ha fornito più energia di quanta ne abbiano assorbito in i laser che hanno bombardato le due pastiglie di Deuterio – Trizio, responsabili della reazione.
La brava Manuela Moreno questa volta era in difficoltà a districarsi tra modellini in plastica dei nuclei, reazioni esotermiche, isotopi dell’idrogeno e similari. Quindi si era circondata in studio da esperti come due fisici, Valerio Rossi Albertini (Cnr) e Mario Merola (Progetto Iter), che hanno invero chiaramente spiegato al pubblico italiano che ci sono due processi nucleari da cui ottenere l’agognata energia: l’attuale fissione che scinde i nuclei di Uranio (o Plutonio), liberando neutroni veloci che autosostengono la reazione stessa e, appunto, la futura fusione, che è una sorta di procedimento inverso in cui invece due isotopi dell’idrogeno che è contenuto nella comuna acqua, il Deuterio e il Trizio, si uniscono insieme liberando energia in ossequio alla famosa formula di Einstein E = MC ^2.
Concetti difficili e molto tecnici quelli della fisica del nucleo in cui è facile per un profano sbagliare e dire corbellerie ed è per questo che in studio erano presenti i fisici che, occorre dirlo, in questi giorni hanno soffiato il posto alle Covid – Star che per sopravvivere hanno dovuto tirare fuori il virus del cammello, dopo aver fallito con il vaiolo scimmiesco. In studio anche Giovanni Caprara, editorialista scientifico del Corriere della Sera e decano dei giornalisti scientifici italiani.
Detto questo c’era pure Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, che qualche mese fa ha soffiato permanentemente il posto catodico a pezzi da 90 della comunità Covid – Star, come Matteo Bassetti. La sua barba (quella di Tabarelli), incolta e verace come quella di un pastore sardo, si dice faccia venire crisi di gelosia allo stesso Ignazio La Russa. L’evento fusione l’ha rimesso nuovamente in auge e sta prezzemolando tra i canali.
Tabarelli però non è un fisico ma è un economista che si occupa di Energia. Indefesso propugnatore degli idrocarburi inquinanti si è occupato per decine d’anni di consulenza al ministero dell’Ambiente, proprio sui cambiamenti climatici. Tabarelli non è un professore universitario di fisica ma solo un “professore a contratto” (nel cv non si capisce di cosa) che non ha competenze tecniche specifiche su una materia assai complessa. La Moreno invece lo chiamava in continuazione “professore” e Tabarelli tra fisici “veri” si sentiva ovviamente ringalluzzito e già si vedeva a Stoccolma, pavoneggiarsi con il medaglione, inchinandosi in frac davanti al Re di Svezia. Nel suo intervento ha cercato di sminuire la portata della fusione parlandone ad un livello di genericità imbarazzante e soprattutto non spiegando –e non poteva farlo- le differenze tecnologiche tra il progetto Iter in cui è coinvolta da anni anche l’Italia e quello americano.