Economia
Garanzia Sace: 180 per gli Agnelli, 85 per i Benetton. I milioni risparmiati
Da Fca ad Autogrill, da Atlantia a Unieuro, Ovs e Tesmec sempre più gruppi cercano uno sconto sugli interessi che potrebbe superare i 300 milioni a fine anno
Che l’economia italiana rischi di pagare un conto particolarmente salato all’emergenza coronavirus non dovrebbe stupire nessuno, tanto più dopo che in un report l’Ufficio Studi di Mediobanca ha spiegato come l’emergenza abbia fatto emergere con forza i limiti del “modello Italia”: un tessuto industriale prevalentemente costituito da piccole e medie imprese manifatturiere, una specializzazione settoriale sbilanciata verso comparti che si sono rivelati maggiormente esposti alla crisi e al tempo stesso una carenza nei segmenti che si sono mostrati più resilienti, una burocrazia lenta che diventa un’ulteriore zavorra alla ripartenza e un ritardo nello smart working rispetto a paesi come Regno Unito, Francia e Germania.
Di tutto ciò il governo dovrebbe tener conto se volesse cercare di pilotare l’economia nazionale fuori dalle secche in cui rischia di rimanere incagliata ancora per molti trimestri, invece tiene banco il dibattito, a tratti surreale, sull’opportunità o meno che il governo fornisca, tramite Sace, una garanzia pubblica dal 90% al 70% dell’importo di prestiti fino a 200 miliardi di euro complessivi per imprese di media dimensione (fatturato non superiore a 1,5 miliardi l’anno e non più di 500 dipendenti) ovvero anche di grandi dimensioni, in questo caso previo assenso da parte del ministero dell’Economia e delle Finanze.
Proprio la richiesta da parte di alcuni dei maggiori gruppi italiani ha fatto scattare polemiche: Fiat Italy (gruppo Fca) ha avviato le trattative per ottenere le garanzie su 6,3 miliardi di prestiti che le saranno concessi da Intesa Sanpaolo, il gruppo Benetton ha già fatto sapere di stare trattando 1,5 miliardi per Autostrade per l’Italia (1,25 miliardi) e Adr (altri 250 milioni) mentre starebbe valutando di chiederne 250 milioni per Autogrill (ma non i 250 stimati per controllate di Aspi come Pavimental e Telepass). Altri potenziali candidati sarebbero Fincantieri (si parla di 1,8 miliardi), Unieuro (150 milioni), Ovs (100 milioni) e Tesmec (10 milioni) per un totale che già supererebbe i 10 miliardi di euro di prestiti garantiti.
Costa Crociere (500 milioni), Alpitour (300 milioni), Magneti Marelli (200 milioni per il gruppo ceduto l’anno scorso da Fca a Calsonic Kensei, controllata del fondo KKR) e La Rinascente (100 milioni per l’ex controllata del gruppo Agnelli, dal 2011 rilevata dalla thailandese Central Group), Agrati (leader in sistemi e componenti di fissaggio, a cui Unicredit ha confermato di aver concesso 15 milioni già coperti da garanzia Sace) e la cooperativa sociale Osa (3 milioni ottenuti sempre tramite Unicredit) sono invece tra i gruppi non quotati che hanno già ottenuto o avviato trattative per ottenere le garanzie il cui conto salirebbe così ad oltre 11 miliardi.
Ma l’elenco è destinato ad allungarsi giorno dopo giorno sia tra le quotate (si fanno ad esempio i nome di Sogefi e di Safilo) sia non quotate (Eataly, Api, Kos, Ariston). Le grandi imprese italiane corrono a chiedere i finanziamenti con garanzia Sace per due motivi: pur trattandosi di imprese “in buona salute” come richiesto dal decreto, hanno bisogno di liquidità perché ne stanno bruciando e senza la garanzia Sace si troverebbero a pagare di più. Il decreto prevede infatti che siano applicati uno 0,50% di commissione annua a favore di Sace sopra al tasso bancario, che deve essere inferiore a quello che sarebbe normalmente applicati dall’istituto erogatore.
In tutto, si arriverebbe a non più di un 2,5%-3% annuo, la metà del 5%-6% ottenibile nei migliori casi sul mercato (dove le imprese il cui business è più esposto rischierebbero di pagare anche un 8%-9% annuo). Se questo è vero i “campioni del Made in Italy” potrebbero risparmiare dai 160-170 milioni di Fiat Italy Spa a 75 milioni circa di Atlantia, dagli 8-10 milioni per Autogrill a un’ottantina di milioni per Fincantieri, dai 4 milioni circa di Unieuro ai 2-3 milioni per Ovs fino a circa mezzo milione per Tesmec. E poi ancora: Costa Crociere potrebbe risparmiare 20-25 milioni d’interessi, Alpitour una quindicina, Magneti Marelli attorno ai 5 milioni, La Rinascente attorno ai 3 milioni, Agrati circa mezzo milione, Osa tra 100 e 200 mila euro. In totale la garanzia Sace consentirebbe di tagliare gli oneri finanziari di almeno 300 milioni e la cifra è destinata a salire con l’aumento delle domande accolte.
(Segue...)