Economia
Gas, l'eredità del governo Prodi: per l'ex Premier era "il male minore"

Una decisione, quella del governo Prodi II, quasi obbligata dalle forti pressioni dei partiti dell'Unione
Quello dell’energia era un tema dirimente per la Sinistra italiana di allora e particolarmente per il Pd. Anche Rifondazione Comunista di Bertinotti aveva due anime: una sindacalista sviluppista che era per il carbone (ad esempio sulla centrale Enel di Civitavecchia) ed una ambientalista e non si sapeva mai con chi parlare, nel senso che non si capiva se rappresentasse o meno una posizione unitaria del partito. Bertinotti si barcamenava.
Ricordo anche notevoli scontri tra Pecoraro Scanio e Di Pietro. La situazione era diventata così incandescente che per cercare una mediazione con gli ambientalisti Di Pietro nominò me suo Consigliere ministeriale proprio per l’impatto ambientale delle Grandi Opere, tipo la Salerno - Reggio Calabria, il Mose, la Variante di valico sull’Appennino e il Ponte sullo Stretto di Messina, per citarne alcune delle più importanti. Cercammo così su ogni singolo tema una specifica mediazione che tutelasse sia lo sviluppo che l’ambiente, come del resto ci diceva sempre di fare lo stesso premier Romano Prodi.
Tornando al gas, fu allora che fu fatta la scelta fondamentale della politica energetica italiana e che ci porta alla situazione attuale. Fu una scelta dovuta alle pressioni politiche dei partiti dell’Unione. Dobbiamo ricordare che il nucleare trovava qualche estimatore anche nella nostra coalizione e lo stesso Bersani non era certo ostile ma la sinistra non ne voleva sentire parlare, mentre il centro – destra era sostanzialmente favorevole (come lo è ora).
Per quanto riguarda il fornitore, alla fine fu scelta strategicamente, cioè sul medio - lungo periodo, proprio la Federazione Russa pur continuando anche il discorso con gli americani che però potevano solo inviarci navi metaniere e i Verdi non volevano assolutamente che si costruissero altri rigassificatori.
Ho sempre avuto l’impressione che la scelta russa di Prodi non fosse solo tecnica ma in fondo anche ideologica, in un certo senso terzomondista. A dimostrarlo c’è anche il grande interesse che aveva (ed ha tuttora) per la Cina. Inoltre, sapevamo che nell’Adriatico c’era (e c’è tuttora) molto gas ma sempre i Verdi, parte del Pd e parte di IdV erano contrari alle trivellazioni. Dunque, in un certo senso, la scelta del gas e della Russia fu alla fine obbligata.