Economia

Generali, conto da 310 milioni dai mercati volatili: profitti giù del 40%

Buona l'operatività nell'anno del Covid, ma il risultato netto sarà inferiore a quello del 2019. La seconda tranche della cedola 2019 verrà distribuita nel 2021

Svalutazioni per 310 milioni di euro per la volatilità dei mercati targata coronavirus e profitti quasi dimezzati nel terzo trimestre dell'anno compromettono il trend annuale di crescita del business di Generali, nonostante la buona operatività tecnica della compagnia. "Considerato l'impatto negativo derivante dai mercati finanziari e da alcuni oneri non ricorrenti registrato nei primi nove mesi dell'anno, è atteso un risultato netto del 2020 in calo rispetto al 2019", fa sapere infatti il Ceo Philippe Donnet, dopo la fotografia dei conti trimestrali, comunicando al mercato che il giro d'affari del colosso italiano delle polizze si contrarrà nell'anno del Covid. 

LP 5860498
 

"Il gruppo Generali - aggiunge una nota della compagnia - grazie al business mix e alla diversificazione, prevede che il proprio risultato operativo continui a essere resiliente nel 2020, sebbene in probabile flessione rispetto al 2019". "Dal punto di vista operativo - aggiunge la compagnia - le conseguenze macroeconomiche del Covid-19 avranno un riflesso negativo sull'evoluzione della raccolta del gruppo, in particolare nelle assicurazioni sui viaggi. Per quanto riguarda la sinistralità, dopo la flessione riscontrata nei mesi di lockdown, permane l'incertezza sullo sviluppo nella rimanente parte dell'anno". Quadro da contrastare "anche con l'impegno a ridurre la base costi" che nel 2020 sarà complessivamente di circa 175 milioni in tutta Europa.

I primi nove mesi del 2020 vedono un calo del 40% dell'utile netto a a 1,297 miliardi, nonostante un risultato operativo in aumento a 4 miliardi (+2,3% e nella parte alta della forchetta del consensus), "per effetto dello sviluppo dei segmenti Danni e Asset Management" che ha controbilanciato un impatto legato al Covid stimato in 125 milioni.

I profitti hanno risentito, spiega Generali, "di 310 milioni di svalutazioni nette su investimenti derivanti dall'andamento dei mercati finanziari, di 183 milioni per Bsi (ex controllata svizzera, ndr)" e per altri oneri di 173 milioni (fondo internazionale Covid e liability management). Al netto di quest'ultimi si attesterebbe a 1,629 miliardi (-13%).

Migliora invece il Combined Ratio a 89,7% (-2,8 punti percentuale) mentre i premi lordi complessivi si attestano a 52 miliardi (+0,3%), con una raccolta Danni "resiliente" e un positivo andamento del segmento Vita (+0,4%). La Solvency si rafforza al 203% (in aumento di nove punti sul 2020).

Per quanto riguarda il capitolo dividendo, di cui restava da pagare nel 2020 una seconda tranche da 0,46 euro per azione, Generali in sostanza lo ha confermato ("intende sottoporre all'assemblea degli azionisti anche la distribuzione della seconda tranche nel 2021") ma lo pagherà l'anno prossimo dopo la richiesta fatta da Ivass, che ha recepito a sua volta le raccomandazioni dell'Esrb sulle cedole a livello Ue.

"Lunedì 9 novembre il Solvency Ratio era pari al 207% includendo l'impatto della sottoscrizione dell'aumento di capitale della Cattolica Assicurazioni che vale poco meno di 2 punti. Questo numero sconta pro rata anche la seconda tranche dell'esercizio 2019 e il dividendo dell'esercizio 2020 che intendiamo pagare", ha spiegato il Cfo di Generali Cristiano Borean parlando della solidità  patrimoniale del gruppo.

In particolare, ha spiegato il top manager, la seconda tranche del dividendo di 0,46 euro per azione ammonta a 720 milioni. Considerando per l'anno in corso una cedola uguale a quella deliberata per il passato esecizio l'ammontare totale dei dividendi supera 1,5 miliardi.

Sul non pagamento della cedola quest'anno (il cui rinvio obbligatorio però non è piaciuto al mercato: -1,3% in titolo in Borsa a metà giornata a 13,305 euro), il general manager Frederic De Courtois ha ricordato che "è una decisione dell'Ivass per tutto il mercato italiano. Non è una decisione specifica per le Generali. Altri regolatori in Europa hanno avuto un'altra interpretazione della richiesta dell'Esrb". "La Germania - ha aggiunto - ha lasciato Allianz pagare il suo dividendo, il regolatore francese a oggi ha permesso ad Axa di pagare solo la prima tranche, come noi, e non sappiamo ancora cosa deciderà sulla seconda tranche del dividendo di Axa".

Infine, sul capitolo M&A, mentre dalla Francia rimbalzano i rumors sullo stallo delle trattative fra Aviva e  il consorzio Allianz-Athora sugli asset transalpini del gruppo britannico, stallo che potrebbe rilanciare le opportunità di Generali, Donnet ha ricordato come la compagnia disponga "ancora di ingenti risorse finanziarie". Ora, la novità è che il Covid-19 creerà nuove e buone opportunità che non c'erano". Ma l'approccio della compagnia, ha sottolineato il numero uno del Leone, sarà "opportunistico. Continueremo a guardare a piccole e medie acquisizioni per rafforzarci nelle aree che ci interessano, per esempio nell'Est Europa, abbiamo le risorse per farlo". E un'offerta obbligatoria su Cattolica? "Non è sul tavolo".  

Quello con la compagnia veronese "è un buon accordo dal punto di vista finanziario e strategico" per Generali (che ha il 24,4% del capitale) e "creerà valore per entrambe le compagnie. Siamo pronti "anche a guardare al futuro insieme".