Economia
Generali, inizia il toto-nomi per il rinnovo del cda. E spunta quello di Cristina Scocchia
L'ad di IllyCaffè siede nel cda di EssilorLuxottica e in quello di Fincantieri. E, lo scorso anno, era nella lista di minoranza per il rinnovo del board di Mediobanca proposto da Caltagirone e Milleri...
Generali e il rinnovo del Cda, spunta il nome di Scocchia (IllyCaffè)
Un nome a sorpresa, per di più femminile, come amministratore delegato di Generali. È questa la clamorosa indiscrezione che Affaritaliani.it ha raccolto e che solletica le menti degli stakeholder del Leone. Mentre proseguono le grandi manovre sul risiko bancario, con Francesco Gaetano Caltagirone tornato protagonista sia con Anima sia con Mps, gli addetti ai lavori attendono con ansia di capire come finirà la nuova battaglia di Trieste: chi, cioè, la spunterà per la guida di Generali? Nel 2022 la lista del cda, forte dell’appoggio dei grandi fondi internazionali, ottenne un’affermazione abbastanza convincente garantendo altri tre anni di mandato a Philippe Donnet. Dall’altra parte, la lista spalleggiata da Leonardo Del Vecchio – che sarebbe scomparso pochi mesi dopo – e da Caltagirone pagò anche la scelta di un nome come amministratore delegato, Luciano Cirinà, che non aveva esattamente scaldato i cuori dei possessori di azioni del Leone.
Oggi però la situazione potrebbe cambiare radicalmente. Il ramoscello di ulivo agitato da Alberto Nagel (“aspettiamo di conoscere le nuove regole prima di decidere i nomi”) rappresenta una possibilità di trattativa con Caltagirone e Francesco Milleri, plenipotenziario di Delfin che ha preso il posto di Del Vecchio. In realtà, dietro all’attendismo di Nagel c’è la volontà di far scoprire le carte alla lista di minoranza: ed è qui che potrebbero verificarsi le sorprese. Se Caltagirone&co proponessero un nome di spessore, per di più donna, con un track record manageriale specchiato e capace di garantire continuità? Secondo indiscrezioni raccolte da Affaritaliani.it, la figura intorno a cui si sta iniziando a ragionare – nulla di definitivo, ci mancherebbe – è quella di Cristina Scocchia.
D’altronde, le caratteristiche ci sono tutte. Dal 2014 è amministratore delegato, prima di L’Oreal Italia, poi di Kiko, infine di Illy dove, tra mille difficoltà dovute all’incremento del prezzo del caffè, sta portando avanti un piano industriale di livello che sarebbe dovuto culminare con la quotazione in Borsa. Ipo per ora accantonata a causa di una congiuntura economica che ha fatto più che raddoppiare il prezzo della materia prima da settembre a oggi. La Scocchia, oltre a rispondere al quesito – sgradevole ma necessario – di essere una “quota rosa”, siede nel cda di EssilorLuxottica e in quello di Fincantieri. E, lo scorso anno, era nella lista di minoranza per il rinnovo del board di Mediobanca proposto da Caltagirone e Milleri.
Una persona vista di buon occhio dall’Ingegnere ma dalla caratura internazionale elevatissima. Cinquantuno anni, la Scocchia ha chiuso il bilancio 2023 di Illy, l’ultimo disponibile, con ricavi in crescita del 5,7% a quasi 600 milioni e con un utile netto su del 67,2%. Quando la famiglia Percassi, nel 2017, si affidò alla manager ligure per risollevare le sorti di Kiko, le consegnò un’azienda in fortissima difficoltà che la Scocchia – con il suo management- ha riportato in sesto grazie all’ingresso di Peninsula. E dunque il suo nome potrebbe davvero essere quello intorno a cui far scoppiare un’insperata “pax” tra Caltagirone e Nagel. O comunque il nome capace di far tentennare Piazzetta Cuccia. Si vedrà, per ora sono solo rumor. Ma qualcuno ha già rispolverato la pellicola di Mario Monicelli del 1986 vincitore di sette David di Donatello. Il titolo? “Speriamo che sia femmina”.