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Economia
Generali, Donnet alla conquista di Cattolica con 1,2 miliardi: Opa a 6,75 euro
Donnet Lapresse

Lo scenario era quello dell'acquisizione, ma non nel breve. Invece Philippe Donnet, assistito da Mediobanca, Rothschild e Bank of America, nell'ultimo anno in cui si gioca la riconferma alla guida del Leone ha deciso di muoversi aggressivamente verso Cattolica Assicurazioni. Salito al 24,46% al termine del primo aumento di capitale da 300 milioni dello scorso anno della compagnia scaligera, il top manager francese ma italiano d'adozione (ha appena ricevuto la cittadinanza italiana) ha deciso di inglobare tutto il gruppo veronese lanciando un'Opa totalitaria a 6,75 euro per azione. Costo complessivo dell'operazione è di circa 1,2 miliardi di euro (1,176 miliardi di euro), con un impatto sulla Solvency del Leone stimato in 7,8 punti percentuali. L'obiettivo è delistare l'assicurazione guidata da Carlo Ferraresi e consolidarsi nel mercato italiano delle polizze.

Cosa ci faceva due settimane fa il presidente delle Generali Gabriele Galateri in Consob? Fonti fra i grandi azionisti avevano riferito ad Affaritaliani.it che il top-manager del Leone era stato visto far visita al presidente dell'authority che vigila sui mercato Paolo Savona. Oggi il colosso triestino delle polizze ha alzato il velo sulla nuova mossa che si consolida ulteriormente nel mercato tricolore...

Il primo aprile, dopo 125 anni di cooperativa, il gruppo veronese, chiusa l'era Bedoni sostituito da Davide Croff, si era trasformato in società per azioni, dando seguito agli accordi con Generali e alla delibera dell'assemblea di luglio dello scorso anno. Presupposto dell’intervento del Leone nella ricapitalizzazione complessiva da 500 milioni richiesto dall'Ivass. 

Ora, dopo aver sondato ripetutamente la Consob per avere certezze sulle proprie possibilità di movimento nel capitale di Cattolica senza incorrere nell'obbligo d’Opa (l’authority aveva chiarito che il gruppo triestino sarebbe potuto salire, con acquisti sul mercato o nell’ambito dell’aumento da 200 milioni, fino al 30% dei diritti di voto dopo aver superato la soglia del 25% per effetto dell’acquisto, da parte di Cattolica, delle azioni oggetto del recesso), Donnet, forte di una cassa da oltre 2,3 miliardi di euro (ora in casi di esito positivo dell'offerta di miliardi da spendere ne rimarranno 1,1) da dedicare alle acquisizioni, ha cambiato strategia. 

Nonostante a giugno dello scorso anno il numero uno delle Generali sia stato criticato dai grandi azionisti per i pochi giorni che i soci in consiglio (il vicepresindente Francesco Caltagirone e il consigliere Romolo Bardin espressione di Leonardo Del Vecchio) hanno avuto per valutare il primo ingresso massiccio nel capitale di Cattolica, ora l'Opa è stata approvata all'unanimità. Segno che anche Caltagirone che negli ultimi mesi, scontento della governance della compagnia, è entrato in rotta di collisione con il top-manager e con l'azionista Mediobanca, ha acceso il disco verde. 

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6,75 euro per azione messi sul tavolo dal Leone incorporano un premio pari al 15,3% rispetto al prezzo del titolo alla chiusura del 28 maggio 2021 e un premio del 40,5% rispetto alla media aritmetica, ponderata per i volumi scambiati, dei prezzi degli ultimi sei mesi.

Immediata la reazione degli investitori a Piazza Affari, dove il titolo Cattolica è schizzato al rialzo, allineandosi al prezzo dell'Opa per poi essere sospeso. Riammesso viaggia a 6,8 euro, portando a casa un guadagno del 12,3% al di sopra dei 6,75 euro offerti in Opa da Generali. Poco mossa invece l'azione Generali, leggermente sopra la parità a 16,8 euro. 

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La mossa di Generali desta qualche preoccupazione all'UnipolSai di Carlo Cimbri, leader italiano nelle polizze danni. Il gruppo triestino ha motivato infatti l'offerta con "l'obiettivo di consolidare la propria posizione nel mercato assicurativo italiano", sottolineando che "l'acquisizione di Cattolica permetterebbe a Generali di diventare il primo gruppo nel mercato danni e di rafforzare la propria presenza nel mercato vita". 

L'acquisizione del gruppo veronese consentirà di accelerare il raggiungimento degli obiettivi delle partnership e la creazione di sinergie. E considerando i punti di forza di Cattolica nel Danni, salute, nell’asset management e nella riassicurazione, Generali Italia che è la principale fonte di reddito della capogruppo incrementerà agevolmente il proprio contributo alla holding (ora al 30% circa dei ricavi e al 40% del risultato operativo). Generali aveva deciso di diventare il primo socio a Verona approfittando delle richieste dell'Ivass di maggio 2020 nei confronti di Cattolica di "tempestivi interventi di patrimonializzazione" alla luce del "deterioramento delle condizioni di solvibilità", per cercare di veicolare i servizi sulla salute e la telematica, grazie alle piattaforme di Generali Welion e Generali Jeniot, agli oltre 3,5 milioni di clienti di Cattolica, di gestire parte del portafoglio investimenti della compagnia e di diventarne il principale partner sulla riassicurazione.

Donnet Galateri Generali Tower
 

Il Leone conta inoltre di realizzare "sinergie operative di costo e di sinergie incrementali da eccellenza tecnica e ricavo (stimate, a regime, superiori a 80 milioni ante imposte per anno), derivanti da economie di scala" mentre "i relativi costi di integrazione sono stimati complessivamente in circa 150-200 milioni ante imposte, da sostenersi nel corso dei prossimi quattro anni".

Tra le condizioni di efficacia dell'Offerta c'è il raggiungimento di almeno il 66,67% del capitale o in seconda istanza del 50% più un azione (oggi Generali detiene il 23,672%) e il fatto che Cattolica non dia corso alla seconda tranche di aumento di capitale da 200 milioni.

Infine, in una nota la compagnia triestina ha fatto sapere di voler tutelare l'identità del gruppo veronese mantenendone il brand Cattolica. La chiusura dell'operazione è prevista entro fine anno.

@andreadeugeni

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