Economia

Giorgia Meloni ha scelto Antonino Turicchi come direttore generale del Mef

di Marco Scotti

La premier ha scelto l’attuale presidente di Ita, ma deve vincere la resistenza di alcuni alleati di governo

Il nome di Turicchi circolava da un po’ e potrebbe innescare un valzer di poltrone. Voci qualificate riferiscono che si sia fatto per il dopo Rivera anche il nome di Cristiano Cannarsa, attuale amministratore delegato di Consip, altra persona assai stimata negli ambienti di Fratelli d’Italia, che però potrebbe addirittura prendere il posto di Dario Scannapieco alla guida di Cassa Depositi e Prestiti quando scadrà il suo mandato il prossimo anno. Il governo, infatti, avrebbe deciso di non rimuovere immediatamente l’attuale ceo di Via Goito. 

E Rivera? I bene informati dicono che abbia provato a resistere fino alla fine, tanto che si era addirittura parlato della possibilità di offrirgli un contratto ponte di tre mesi per restare fino al rinnovo delle partecipate in primavera. Ma questa scelta non avrebbe convinto la Meloni e i suoi, che avrebbero palesato la paura di trovarsi poi nuovamente in questa situazione tra pochi giorni. E un direttore generale del Tesoro a interim sarebbe veramente un vulnus non da poco.

Pare quindi che sia indirizzato verso la Bei, anche se ancora non si sa con che ruolo: perché attualmente la vicepresidente italiana, Gelsomina Vigliotti, è stata nominata l’11 ottobre del 2021 e difficilmente farà spazio a Rivera, a meno che non le venga offerta un’altra poltrona di analogo peso. L’attuale DG del Tesoro paga un “peccato originario”: quello della gestione Mps. Qualcuno ha provato a bisbigliare alla Meloni che il dossier era complicatissimo e che non ci sarebbe stato alcun errore di fondo da parte di Rivera. Ma la premier tira dritto: vuole uomini di fiducia nei ruoli chiave.

Infine una pillola di gossip finanziario: a quanto risulta ad Affaritaliani.it, infatti, Turicchi non sarebbe stato convintissimo della scelta di andare al Mef, non foss’altro per una questione economica visto il tetto ai compensi da 240mila euro lordi all’anno. Ma dal governo gli hanno fatto capire che la sua posizione non era quella di libero battitore. “O Mef o niente” gli hanno fatto capire. E lui, parrebbe, ha capito.