Economia
Giù la produzione e surplus in calo, la Germania è sempre più in affanno
Dagli pneumatici ai freni agli acciai speciali: e' in serio affanno il settore manifatturiero tedesco, principalmente orientato all'export. La produzione industriale in Germania e' crollata a dicembre, alimentando le speranze di una ripresa in un settore indebolito da un anno di guerra dei dazi, e in un momento in cui il coronavirus minaccia l'economia globale nel 2020. Con il calo del 3,5%, il settore manifatturiero tedesco ha chiuso l'anno come era iniziato: nell’incertezza.
E l'industria dell'auto non vede spiragli nemmeno per quest'anno. Va da se' che il calo della produzione si colloca in un contesto europeo di rallentamento della crescita (+1,2% nel 2019, dopo il +1,8% del 2018) e di battute d'arresto per l'industria, con la Francia che ha visto anche la sua produzione in calo a dicembre (-2,8%). Ma si sta rivelando ancora piu' problematico per la Germania, dove l'industria dell'export, pilastro del suo modello economico, e' in crisi da piu' di un anno. Le esportazioni in Germania salgono dello 0,1% mensile destagionalizzato a dicembre e le importazioni calano dello 0,7%. Il surplus commerciale si attesta a 15,2 miliardi di euro, contro i 18,6 miliardi di novembre, anche se leggermente in piu' rispetto agli attesi 14 miliardi.
Le incertezze legate alla Brexit e al conflitto commerciale Usa-Cina pesano da diversi mesi sull'attivita' di un settore manifatturiero in gran parte orientato all'esportazione. L'accordo sino-americano firmato a meta' gennaio, che ha messo temporaneamente fine alle tensioni tra le due principali potenze mondiali, e l'effettiva uscita del Regno Unito dall'Unione Europea a fine gennaio avevano pero' alimentato le speranze di una graduale fine della crisi del settore. Un maggiore ottimismo era stato tradotto, a novembre, con un forte rimbalzo della produzione industriale all'1,1%. Ma le cifre di dicembre hanno deluso le speranze di una rapida ripresa. Anche il settore delle costruzioni, che fino ad allora era stato in grado di compensare le perdite dell'industria manifatturiera, e' precipitato a dicembre (-8,7%).
In questa situazione, si e' aggiunta la diffusione del coronavirus che senza dubbio pesa sul commercio internazionale, da cui dipende l'industria tedesca. Anche le minacce di nuovi dazi fatte da Donald Trump all'industria automobilistica tedesca, ribadite dal presidente americano a Davos alla fine di gennaio, rappresentano una minaccia per l'industria del Paese, e non e' sufficiente ad alimentare le speranze le promesse di un accordo tra l'Unione Europea e gli Stati Uniti. D'altronde, il settore automobilistico ha indebolito l'intera economia tedesca: e' diminuito per il terzo anno consecutivo nel 2019 (-9%), raggiungendo i 4,7 milioni di unita', il livello piu' basso dal 1997. Nell'arco di un anno, l'eccedenza commerciale e' sceso a 224 miliardi di euro, rispetto ai 228 miliardi di euro del 2018. Nonostante questi scarsi risultati, a fine gennaio la Germania ha aumentato le previsioni di crescita per il 2020. Secondo il ministro dell'Economia Peter Altmaier, tale ottimismo si basa sulla prospettiva di una domanda interna "robusta", che consentira' di "compensare la debolezza dell'industria" di aumentare il Pil dell'1,1%, dopo un tasso del +0,6% nel 2019.