Economia
Gli italiani non hanno più voglia di fare impresa: il sondaggio
Solo il 14% del campione crede che la situazione economica migliorerà, mentre il 46% pensa che stiamo andando verso il peggio
Situazione economica in peggioramento per il 46% degli italiani. Il sondaggio Swg
Agli occhi della larga maggioranza dell’opinione pubblica, da molti anni, l’impresa non rappresenta un traino di successo. Già 15 anni fa i cittadini si dividevano sulla visione dell’impresa, per tutte le implicazione sociali, ambientali e economiche esistenti, ma a metà degli anni Dieci si è verificato un aggravamento della fiducia relativa all’imprenditorialità. Sembra che il mondo delle imprese non appaia più come trainante rispetto sia alle ricadute socio-economiche che nel tenere testa alle sfide dell’innovazione.
Come si può notare, fino al 2015 il confronto viaggiava, più o meno, vicino alla parità. Ma già dal 2016 la situazione è dratiscamente cambiata, fino ad arrivare al 2023 in cui la forbice si è allargata notevolmente. Oggi, infatti, è solo il 34% a vedere nell'impresa un modello di successo, contro il 66% del campione.
Territorialità e dimensione locale
Ma non è tutto. No, perché oltre al modello imprenditoriale, la grande crisi del 2008 ha avuto riflessi sulla percezione della valorizzazione delle risorse: una parte dei cittadini ha pensato che la centralizzazione della direzione di queste potesse essere più adeguata.
È rimasta, però, una decennale larga prevalenza dell’importanza della gestione da parte del territorio. Nell’ultimo anno, invece, si nota una tendenziale ripresa della parte che ritiene che la valorizzazione delle risorse, anche locali, vada ascritta alla regia nazionale.
La sicurezza economica
La grande crisi del 2008 ha avuto riflessi anche sulla tendenza ad attribuire un valore aggiunto alle risorse del territorio: una parte dei cittadini si è ricreduta passando a preferire un approccio improntato alla centralizzazione.
È rimasta, però, una larga prevalenza dell’importanza della gestione da parte del territorio. Nell’ultimo anno, invece, si nota una tendenziale ripresa della parte che ritiene che la valorizzazione delle risorse, anche locali, vada ascritta alla regia nazionale.
Guardando il grafico, prima degli anni 2000 la situazione era particolarmente stabile. Poi, per quasi 20 anni (dal 2003 al 2021), il trend si è delineato evidenziando lo scarso giudizio positivo sulla propria situazione economica e sulle possibilità di un miglioramento. A oggi, nel 2023, questo trend riguarda il 61% del campione intervistato.
Apertura verso la globalizzazione
La tendenza è chiara: dopo l’accoglienza positiva dei primi anni Duemila, il fenomeno della globalizzazione perde il suo smalto, attrae sempre meno i cittadini. Si cominciano a percepire più i suoi limiti e rischi che le sue positività; almeno da parte dell’opinione pubblica. Nell’ultimo anno si tocca il punto più basso con poco più di 1/3 degli italiani che la ritengono vantaggiosa.
Come suggerisce il grafico, l'andatura delle due parti è variata negli anni. Si può dire con certezza che, però, negli ultimi 10 anni la percezione della globalizzazione come un'opportunità per l'economia (e non solo) si è mantenuta più bassa rispetto, invece, al sentiment opposto. Nel 2023, ad esempio, solo il 35% del campione intervistato ha un'opinione positiva in questo senso sulla globalizzazione.
La percezione della situazione economica nazionale
Infine, si può notare come il campione intervistato, in seguito al sondaggio, abbia percepito una situazione economica nazionale peggiore rispetto a prima dell'indagine. Solo il 14% crede che la situazione economica migliorerà, mentre il 46% pensa che stiamo andando verso il peggio.