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Economia
Gozzi: "Italia può essere campione mondiale dell'acciaio green"

Federacciai: "Abbiamo bisogno del sostegno e del supporto dello Stato"

"Campioni europei dell'acciaio verde lo siamo già, campioni mondiali possiamo diventarlo entro il 2030. I siderurgici privati sono i più green d'Europa, l'80% dell'acciaio è decarbonizzato, partendo da questa premessa aspiriamo a diventare i primi al mondo". Lo dice il presidente di Federacciai, Antonio Gozzi, in un colloquio con 'Il Foglio' oggi in edicola rilanciato dall'Agenzia stampa Gea.

Per il manager è importante "diventare campioni del mondo è una sfida così grande che da soli non ce la facciamo - spiega -, abbiamo bisogno del sostegno e del supporto dello Stato, è una operazione di sistema come si addice a un grande Paese industriale". Ambiente e industria, dunque, possono e devono coesistere, ma "se vogliamo essere completamente green nel 2030, abbiamo bisogno di almeno 5-6mila ore l'anno di energia di base completamente decarbonizzata. Esistono solo due tecnologie capaci di soddisfare questa esigenza: il turbogas con l'utilizzo dei sistemi che catturano la Co2 e il nucleare di nuova generazione". 

"Ilva? Presenza dello Stato? Transitoria, ma necessaria"

La presenza dello Stato nel capitale dell'ex Ilva? Una possibilità "transitoria, ma necessaria". Serve per "accompagnare il processo di risanamento e rilancio di questo asset strategico per poi rimetterlo sul mercato". Ma è arrivato il momento di "uscire dalle incertezze, definire un piano condiviso tra i soci con una chiara assunzione di responsabilità da parte di ciascuno che deve avere un riscontro nella governance dell'azienda". 

Gozzi ricorda di aver fatto "molti viaggi a Taranto negli ultimi mesi. Il piano e le opere di ambientalizzazione sono stati praticamente realizzati e non si capisce per quale ragione la magistratura non dissequestri gli impianti. Il clima politico è migliorato. Ed è possibile oltre che giusto applicare il modello ibrido punto di riferimento in Europa, con una parte della produzione da altoforno applicando tecnologie come la Carbon capture e l'idrogeno, sostituendo una quota della produzione con forni elettrici alimentati da impianti Dri utilizzatori almeno in parte di idrogeno". Il numero di Federacciai, però, pensa anche ad Arcelor Mittal: "Londra deve chiarire una volta per tutte le sue reali intenzioni. A tratti ha dato segni di disimpegno, togliendo le garanzie finanziarie necessarie a sostenere il circolante, ritirando manager inviati dall'estero per rilanciare la fabbrica, dividendo l'organizzazione commerciale della ex Ilva da quella della casa madre". 

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