Economia
Gozzi contro la speculazione, ma Duferco fa profitti col trading di energia e GNL
Il gruppo dell’acciaio soffre, ma il business dell’energia e della logistica tiene. E la sede resta in Lussemburgo. La replica della società: "Duferco non nasce italiana"
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Gozzi contro la speculazione sull’energia
Antonio Gozzi, presidente di Duferco e voce critica sugli speculatori dell'energia, guida un gruppo che importa GNL e porta i bilanci in Lussemburgo. Come scrive Milano Finanza, il business dell’energia e della logistica navale regge, mentre l’acciaio soffre.
Le difficoltà della supply chain internazionale hanno avuto un impatto sui conti di Duferco, il gruppo fondato da Bruno Bolfo e oggi controllato da Antonio Gozzi, impegnato in Italia nell’OPA su Co.maf per il delisting. Il bilancio 2023 della controllata Duferco Participations Holding (Dph), depositato in Lussemburgo, registra un utile di 152,4 milioni di dollari, in netto calo rispetto ai 450 milioni dell’anno precedente. Il fatturato si riduce del 33%, passando da 27,6 a 18,4 miliardi.
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La nota integrativa sottolinea che il risultato straordinario dell’anno scorso era difficilmente replicabile, ma il gruppo è riuscito a normalizzare gli effetti della crisi della supply chain. Tuttavia, l'indebitamento lordo sale a 903 milioni (dai 765 precedenti) e la liquidità scende da 867 a 695 milioni.
Lo shipping di Duferco: non solo logistica, ma GNL
Se la siderurgia resta in difficoltà – con Duferco Travi e Profilati che chiude con una perdita di 30,5 milioni e altre controllate europee in rosso – il comparto energia e shipping si conferma un punto di forza. Duferco non si limita a gestire trasporti: è il primo importatore di gas naturale liquefatto (GNL) in Italia, e negli ultimi quattro anni ha organizzato oltre 80 cargo, prevalentemente dall’Algeria. Un’attività strategica che ha generato 150 milioni di profitti nel 2023, grazie alla subholding Dxt International e alle sue controllate in Nord America, Brasile e Italia.
Nonostante le difficoltà del settore siderurgico, il gruppo sta investendo sulla logistica marittima, con la trasformazione dell’impianto di Giammoro (Sicilia) in un hub navale, attraverso la controllata Duferco Terminal Mediterraneo.
Energia e speculazione: un tema a doppio taglio
Gozzi, che da presidente di Confindustria Genova si è recentemente scagliato contro la speculazione sui prezzi dell’energia e ha invocato il ritorno al nucleare, conosce bene il settore: il trading energetico è una delle principali fonti di redditività del suo gruppo. Un tema delicato, che evidenzia quanto il confine tra mercato e speculazione possa essere sottile.
Resta poi la scelta di mantenere la sede in Lussemburgo. In tempi di dibattito sul sostegno alle imprese italiane e sulla necessità di trattenere valore nel Paese, è una decisione che non passa inosservata.
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La replica della società
Le molte inesattezze e una chiave di lettura certo non generosa da parte della vostra testata ci obbligano a precisare, a beneficio dei lettori e di chi ha scritto, quanto segue. La Duferco non nasce italiana: nasce in Brasile nel 1979, fondata dallo zio di Antonio Gozzi, espatriato per trovar fortuna.
Negli anni seguenti, la Duferco si trasforma da grande trader dell’acciaio in una società che possiede asset fisici, acciaierie, che compra in molti Paesi, diventando negli anni 2000 uno dei maggiori produttori di acciaio. Entra, dunque, in Europa acquistando impianti in Belgio, Francia, Danimarca, Macedonia. È in quegli anni che mette la sede a Lugano e Lussemburgo.
Successivamente acquista in Italia e sposta nel Paese il 30% della produzione, diventando rilevante investitore (negli ultimi tre anni Duferco ha fatto investimenti in Italia per 400 milioni) e buon pagatore di tasse nel nostro paese (ben 160 milioni di euro). Duferco è un gruppo che ha saputo diversificare il proprio business: energia, logistica, trasporto e ambiente e le varie attività, ben bilanciate tra quelle cicliche e quelle anticicliche, costituiscono un importante elemento di forza.