Economia

I tassi record affossano l'economia, stangata ai Paesi in via di sviluppo

di Daniele Rosa

Le politiche che affossano le economie forti e quelle dei paesi in via di sviluppo

Inflazione, aumenti record dei tassi ed economie affossate

Molto probabilmente stiamo uscendo dal più grande aumento dei tassi di interesse degli ultimi tempi, ma questa fase, anche piena di errori da parte degli enti di controllo e dei banchieri centrali sta facendo "tanti morti e feriti”. Infatti, in questa sequenza di aumenti dei tassi di interesse si è arrivati a livelli record e questo non solo sta mettendo in crisi le economie dei paesi sviluppati ma sta affossando le economie di quelli in via di sviluppo.

Le decisioni prese dalla Fed americana e dalla Bce (le ultime prese colpevolmente con quattro mesi di ritardo) hanno creato un vero e proprio shock che, da una parte, hanno portato la locomotiva tedesca in recessione tecnica e dall'altra hanno fatto aumentare tutti i debiti dei paesi. E’ utile sapere che quasi 3 miliardi e mezzo di persone vivono in nazioni che sono costrette a spendere più per il servizio del debito che per l’istruzione o la sanità.

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Tutti questi paesi non riusciranno a raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile. La crescita dei tassi li ha praticamente affossati per decenni. L’Africa paga dalle quattro alle otto volte di più degli Stati Uniti o della Germania.

Inflazione, quali politiche per non "ammazzare" il paziente ?

Ma quale sarebbe l’alternativa attuabile per evitare di non curare il malato ma di ammazzarlo? Probabilmente uno degli errori è stato quello di voler raggiungere un obiettivo di contenimento dell’inflazione troppo ambizioso in così poco tempo. Sarebbe forse il momento di pensare a spostare l’asticella verso qualcosa di più fattibile come il 3% evitando ulteriori stress alle economie con effetti sulla stabilità finanziaria e sulla sostenibilità a lungo termine. Anche un mix di politiche potrebbe aiutare a superare questo momento.

Diversi paesi, tra cui l'Italia, hanno deciso tasse temporanee sugli extra profitti delle società energetiche o delle banche. In ogni caso sembra che, dopo tanto tempo e tante difficoltà, ribaltate su consumatori  in balia di prezzi alimentari in crescita e di mutui alle stelle, si stia andando nella direzione giusta. Probabilmente la Fed si prenderà una pausa negli aumenti e forse li fermerà del tutto mentre la Bce, dopo il quarto di punto di due giorni fa, sembra voler ripensare al suo atteggiamento aggressivo.

Ma non ci si puo’ aspettare che l’inflazione scenda rapidamente così come velocemente sono saliti i tassi. Ci vorrà tempo e pazienza e soprattutto occorre sperare che le economie avanzate si riprendano e riescano ad accompagnare fuori dalla crisi i paesi in via di sviluppo. Oltre a questo due spade di Damocle aleggiano sopra tutto il pianeta: la guerra in Ucraina e le mire cinesi su Taiwan. E questo non è certo nelle mani dei banchieri centrali ma della politica che sembra, in alcuni casi, aver perso totalmente la bussola.