Economia

Il boom della capitalizzazione di Nvidia smuove il debole mercato americano

di Massimo De Palma*

La scorsa settimana la pubblicazione dei risultati strepitosi di Nvidia, associati ad una guidance molto positiva, ha mitigato la debolezza dei listini. Analisi

I dati macroeconomici allontanano le speranze di un imminente taglio dei tassi della Fed, prezzando ormai una sola riduzione per quest'anno

Il leader mondiale dei chip Nvidia, anche nel primo trimestre di quest’anno, ha battuto le stime degli analisti grazie al continuo successo di vendite del suo blockbuster H100, contribuendo alla crescita della divisione data center.

L'azienda ha inoltre dichiarato che il fatturato del secondo trimestre sarà intorno ai 28 miliardi di dollari, superando i 26,8 previsti dagli analisti, confermandosi il maggiore beneficiario della spesa per l'Intelligenza Artificiale. A questo riguardo c’è molta attesa per il lancio del nuovo modello di GPU, l’H200 che avverrà a inizio luglio. Sul mercato azionario è proseguita la corsa del titolo superando il 130% di performance da inizio anno.

La capitalizzazione ha oltrepassato i 2800 miliardi di dollari. Nell’Aftermarket, dopo aver pubblicato i risultati, il suo valore è aumentato di circa 140 miliardi di dollari, più dell’intera capitalizzazione di Intel, che fino a pochi anni fa era la regina dei microchip.

Se allarghiamo il confronto notiamo che la capitalizzazione di Nvidia sia ormai superiore a quella dell'intero mercato tedesco e di una serie di altre borse rilevanti. Superata l'Australia all'inizio di febbraio, la Corea del Sud poche settimane dopo, i prossimi obiettivi saranno l'Arabia Saudita e il Canada.

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L’ottimo comportamento di Nvidia sta mascherando l’andamento del mercato azionario che, dopo aver toccato nuovi massimi, sembra voler iniziare una fase di consolidamento. Nonostante il recupero di venerdì, le azioni americane hanno avuto una settimana debole, con un unico vincitore, la tecnologia, sostenuta proprio da Nvidia. IT e i servizi di comunicazione sono stati, infatti, gli unici due settori che hanno chiuso in positivo.

La tendenza è proseguita rendendo sempre più evidente il divario. Inoltre i “Magnifici Sette” nel primo trimestre hanno registrato una crescita degli utili per azione di oltre il 51% su base annua, mentre il resto dello S&P ha riportato una flessione del -0,2%.

La mancanza di coralità e l’evoluzione degli utili saranno due aspetti da monitorare nel prossimo futuro e che inevitabilmente influenzeranno il proseguimento della tendenza rialzista. Teniamo conto, infine, che le scelte di politica monetaria della FED, in caso di ulteriori rinvii sul taglio dei tassi, andranno inevitabilmente ad impattare sia su valutazioni già elevate del listino americano, sia sui costi di finanziamento delle imprese.

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*Commento a cura di Massimo De Palma, Head of Multi Asset Team di GAM (Italia) SGR.

 

 

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