Economia

Imballaggi, lo stop ai monouso in plastica infuria la filiera ortofrutticola

di Redazione Economia

Le organizzazioni temono che una mancanza di direttive coerenti tra gli Stati membri mettano a rischio il mercato interno dell'Ue

Imballaggi, la stretta da Bruxelles contro le confezioni monouso. L'ira della filiera ortofrutticola

In attesa del via libera sul regolamento europeo sugli imballaggi, previsto per il 15 marzo prossimo, le cooperative ortofrutticole europee formano un unico campo di battiglia per dare eco alla propria contrarietà alla proposta in discussione. Il nodo cruciale rimane la proposta di vietare gli imballaggi per i prodotti ortofrutticoli di peso inferiore a 1,5 chilogrammi. Vediamo cosa dicono gli attori coinvolti.

ProFood, Freshfel e Unionplast - Federazione Gomma Plastica esprimono forte opposizione alla proposta europea, affermando che, se approvata, avrà un impatto devastante sull'efficienza della filiera ortofrutticola europea e sul potere d'acquisto dei consumatori finali. ProFood sottolinea che la proposta, se attuata, danneggerebbe gravemente l'efficienza della filiera ortofrutticola, aumenterebbe i costi per la ristorazione collettiva e limiterebbe l'accesso sicuro ed economico ai consumi alimentari di massa. Inoltre, evidenzia che l'approccio della proposta si concentra eccessivamente sugli imballaggi in plastica, ignorando alternative più sostenibili già in uso.

L'azienda afferma che gli imballaggi in plastica hanno un ruolo fondamentale nella riduzione dello spreco alimentare grazie alla loro capacità di conservazione, e la sostituzione con materiali alternativi comporterebbe costi aggiuntivi per i consumatori e per gli agricoltori. Critica inoltre l'inefficacia della proposta nel ridurre le emissioni di anidride carbonica, evidenziando che i benefici ambientali sono stati calcolati in modo parziale ed arbitrario.

Infine, ProFood mette in discussione l'efficacia delle alternative proposte, sottolineando che il divieto degli imballaggi in plastica avrebbe un impatto negativo sull'industria del riciclo italiana e sulla competitività internazionale del sistema agro-alimentare italiano.

Freshfel Europe condivide le preoccupazioni di ProFood riguardo alla proposta di divieto degli imballaggi in plastica per i prodotti ortofrutticoli freschi. L'organizzazione esprime preoccupazione per l'effetto negativo che la proposta avrebbe sul funzionamento del mercato unico europeo e sul consumo di prodotti freschi. Inoltre critica il compromesso sul regolamento sugli imballaggi, definendolo uno spostamento verso un approccio di "direttiva" che permette agli Stati membri di mantenere legislazioni nazionali divergenti. Questo, secondo Freshfel Europe, comporterebbe una proliferazione di normative nazionali che metterebbero a rischio il funzionamento del mercato interno dell'UE.

L'organizzazione teme che la mancanza di armonizzazione a livello europeo dei requisiti di imballaggio causerebbe un aumento dei rifiuti di imballaggio e metterebbe a rischio la qualità dei prodotti freschi lungo la catena di approvvigionamento. Critica inoltre la discriminazione nei confronti dei prodotti ortofrutticoli freschi e l'assenza di basi scientifiche per le restrizioni proposte.

“L’accordo raggiunto tra Parlamento e Consiglio europeo – sostiene Marco Bergaglio, Presidente di Unionplast-Federazione Gomma Plastica – non riesce nemmeno a sfiorare gli obiettivi iniziali di difesa dell’ambiente. In particolare, le norme speciali per la plastica sono ambientalmente e giuridicamente infondate. È evidente che aumenteranno i rifiuti da imballaggio e i rifiuti di prodotti imballati, alimenti soprattutto, così come crescerà l’ammontare di imballaggi meno riciclabili e si perpetuerà una irragionevole incertezza giuridica. Le dichiarazioni di grande soddisfazione successive all’accordo del 4 marzo 2024 sono agli antipodi dall’equilibrio che l’ambiente e il diritto europeo meriterebbero.

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Noi trasformatori di plastica siamo basiti dalle numerose regole speciali per gli imballaggi in plastica e le eccezioni lasciate passare per imballaggi realizzati con altri materiali. Perché questo provvedimento che doveva salvare l’Europa dall’eccesso di imballaggi in senso lato si è trasformato in una nuova SUP (la Direttiva del 2019 sulla plastica monouso), una sciagura addirittura priva di una adeguata valutazione d’impatto come la stessa Commissione ha ammesso e come studi che abbiamo commissionato a enti di ricerca hanno ampiamente confermato”.

E prosegue "Molte delle previsioni normative sui divieti, sulle quote riutilizzabili, sui requisiti di riciclaggio e sul contenuto di materiali riciclati si applicano solo agli imballaggi in plastica o prevedono eccezioni per altri materiali di imballaggio: l’obiettivo, dunque, forse non era ridurre e prevenire i rifiuti da imballaggio, dal momento che si ammette che l’imballaggio è irrinunciabile purché non sia di plastica, in violazione di qualunque principio di neutralità che dovrebbe guidare la normativa e, soprattutto, in direzione contraria alle tante evidenze scientifiche che indicano come l’imballaggio in plastica sia spesso la soluzione più sostenibile. Unionplast-Federazione gomma Plastica invita pertanto la Commissione, il Consiglio e il Parlamento a garantire ai cittadini europei un diritto certo e razionale in una logica di politica industriale che può e deve coesistere con giuste regole da rispettare a tutela dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile”.