Economia

Incontro top secret a Milano tra Cairo, Montezemolo, Tronchetti Provera e altri pezzi da 90. Qualcosa bolle in pentola...

di redazione economia

Forse l’obiettivo era sondare il terreno per nuove alleanze. E se invece si trattasse proprio di una sorta di "coalizione difensiva"?

Incontro top secret a Milano tra Cairo, Montezemolo, Tronchetti Provera e altri "pezzi da 90"

È facile immaginare che una cena così esclusiva, raccontata da Dagospia, organizzata da Gaetano Miccichè al Baretto di Milano e con ospiti del calibro di Urbano Cairo, Marco Tronchetti Provera, Luca Cordero di Montezemolo, Diego Della Valle, Remo Ruffini, non sia stata solo un’occasione conviviale.

In tempi in cui i grandi gruppi italiani si trovano a fare i conti con sfide globali sempre più intense, sembra inevitabile ipotizzare che questi "capoccioni" abbiano discusso di strategie economiche e politiche per difendere o, chissà, potenziare il made in Italy in un contesto che oscilla tra de-italianizzazione e necessità di investimenti.

Forse l’obiettivo era sondare il terreno per nuove alleanze. Con la crescente pressione di fondi internazionali e l’ingombrante presenza delle Big Tech americane, i protagonisti dell’economia nostrana potrebbero aver riflettuto su come non farsi divorare, cercando convergenze per proteggere quei marchi che, al di là delle differenze di settore, rappresentano una sorta di soft power tricolore.

Non si può ignorare il timing: la crisi dei consumi è in atto, il lusso si polarizza, con una parte del mercato pronta a pagare cifre spropositate e un’altra incapace di sostenere i ritmi imposti. In questo contesto, Miccichè e gli altri potrebbero aver vagliato opzioni di investimento reciproco o magari abbozzato una visione condivisa, capace di mettere insieme moda, media, finanza e industria per rilanciare il "sistema Italia".

E se invece fosse una sorta di "coalizione difensiva"? Si vocifera che nuovi scenari di acquisizioni siano dietro l’angolo e che alcuni grandi gruppi internazionali stiano cercando di fare breccia nel mercato italiano. Mettersi d’accordo tra "vecchi leoni" potrebbe essere un modo per evitare il rischio di cessioni strategiche a mani straniere, siglando accordi e patteggiamenti che tengano alto il vessillo tricolore.