Economia

Ottenere un prestito è più difficile: pesano su famiglie inflazione e guerra

di Francesco Megna

Ottenere prestiti diventa sempre più difficile a causa della situazione geopolitica, l'inflazione e l'incremento dei tassi di interesse delle banche centrali

L'andamento del mercato creditizio nel 2023

 

Primeggia  la prudenza sul mercato creditizio, così come rilevato da una recente indagine condotta da CRIF: da un lato le famiglie hanno meno potere d'acquisto a causa dell'inflazione in salita nel 2023 e dunque si trovano a comprare un numero inferiore di prodotti, a prezzi più alti; da un punto di vista dell'offerta invece cresce l'attenzione sulle regole di accesso al credito a causa dei timori legati al contesto geopolitico, all'inflazione ed alla crescita dei tassi di interesse da parte delle banche centrali. Più in generale, si registra una propensione a richiedere finanziamenti ma di importo ridotto.

Cresce il credito al consumo (+2% circa) grazie ai prestiti destinati all'acquisto di autoveicoli concessi ai privati tramite i concessionari (+ 14%), mentre i prestiti erogati per l'acquisto di beni e servizi riferibili al settore dell'arredo , elettrodomestici e ciclomotori registrano una crescita del 6% circa rispetto allo scorso anno. Un aiuto concreto arriva anche dal fattore green che ha potuto contare sui vantaggi degli ecobonus per l'efficientamento energetico degli immobili, nonchè da finanziamenti rateali erogati per acquisti e-commerce ma anche presso i negozi: gli importi  rimangono limitati (50 euro circa) e rappresentano quasi il 40% sul totale erogato per finanziamenti finalizzati. Il credito non finalizzato ha subito l'incertezza del contesto macroeconomico .

Calano i prestiti personali (-3,6%) e anche la cessione del quinto dello stipendio (-2% circa), anche a causa dell'andamento deludente dei prestiti ai dipendenti pubblici. Il valore dei mutui ipotecari destinati ai privati consumatori è calato vistosamente (-10% circa), penalizzato dal vistoso aumento dei tassi di interesse che ha comunque riportato le famiglie verso le operazioni di surroga (+55% nei primi 9 mesi vs lo stesso periodo del 2022). In generale, la rischiosità del credito rimane su livelli accettabili, molto simili a quella rilevata lo scorso anno . Infatti il tasso di default delle famiglie si assesta intorno all1%, poco sopra i minimi storici dello scorso anno. Prevale l'ottimismo per quanto riguarda lo scenario del prossimo biennio: previsti in crescita i flussi di mutui destinati all'acquisto delle abitazioni, favoriti anche dalla domanda verso il fattore green.

Annunciati in crescita anche i prestiti personali e la cessione del quinto, anche se su livelli inferiori al biennio 2021/22. Poichè il debito delle famiglie è stato contratto perlopiù a tasso fisso, malgrado i maggiori rischi, il tasso di default non registrerà livelli preoccupanti come nel recente passato. Tra l'altro, l'enorme liquidità accumulata durante il Covid rappresenta una sicurezza per far fronte ad eventuali criticità. Infine per gli Istituti di Credito gli investimenti in tecnologia rappresentano una scelta fondamentale per sviluppare nuovi canali, stare al passo con le nuove regola  e non perdere quote di mercato a favore di attori di matrice non bancaria ; inoltre prodotti e servizi sempre più in linea coi criteri ESG rappresenteranno senz'altro una notevole opportunità di crescita dei volumi e di espansione del mercato.

LEGGI ANCHE: Inflazione, perchè adesso Fed e Bce dovranno essere perfetti equilibristi