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Economia
Inflazione e prezzi alle stelle, ma lo Stato vuole il pagamento digitale POS

Obbligo dei pagamenti col POS. Doppia sanzione per chi rifiuta. E la crisi si mangia le imprese. Provvedimento iniquo per le imprese più piccole

Da oggi, giovedì 30 giugno, scattano le multe per i negozi che non accettano il POS, l’obbligo dei pagamenti tramite carte di credito e bancomat. Si parla di controlli a tappeto sul territorio e di multe doppie, da 30 euro ad operazione e una maggiorazione del 4% sul costo dell’operazione non accettata. A dover sottostare all’obbligo dell’utilizzo del POS sono commercianti, artigiani, attività di ristorazione e professionisti che esercitano in proprio e hanno un rapporto diretto con il cliente. L’obbligo vale infatti anche per avvocati, notai, commercialisti, medici, per gli agriturismi, i Bed and Breakfast e gli hotel.

Con i prezzi alle stelle a causa delle speculazioni e dell’inflazione sono altri soldi che chi produce in Italia dovrà versare alle banche, per di chi ha un’attività ed è in difficolta o che già versa perché in Italia il POS è molto diffuso. L’obbligo sull’utilizzo è in vigore dal 2014 anche se solo da oggi scattano le multe per chi non accetta i pagamenti elettronici. Molte microimprese sono a rischio e con la loro chiusura finirebbero sul lastrico altre migliaia di famiglie.

Enrico Postacchini, presidente di Confcommercio Ascom Bologna ad Affaritaliani.it: “Su 10 milioni di POS installati in tutta Europa, ne abbiamo istallati in Italia 3,5 milioni… quasi 4. Non mi sembra che il nostro sia un Paese ‘indietro’, in questo senso. Forse a qualcuno mancano dei dati. Non conosco esercenti che non lo abbiano. Ormai anche quelli di ambulantato li hanno. La vedo come un’operazione tra il demagogico e il superficiale. Non ha il POS chi è già fuori mercato di per sé”.

POS: Sono le piccolissime attività che non l’hanno e che si muovono sul filo del rasoio

Postacchini: “Se è la caccia al ‘nero’, vedo davvero delle ‘cosine’. Di principio poi c’è una contraddizione. Non dimentichiamo che l'istallazione del POS obbliga all'acquisto e al canone di un macchinario di un privato. Fa sì che tu ti debba rivolgere a una società che li produce o li noleggia. E vengo sanzionato perché non uso il loro prodotto? Sono obbligato a installare l’attrezzatura di qualcuno e se non la uso vengo sanzionato?”

I costi anche di questo servizio già ricadono sul consumatore con un aumento dei prezzi finali. Bisognerebbe abbassare le commissioni che si pagano alle banche ma non accade o addirittura azzerarle per le attività minime. “L'introduzione di sanzioni per chi non accetta pagamenti di qualsiasi importo con carta e bancomat”, spiega Confesercenti, “è un provvedimento inopportuno e iniquo per le imprese più piccole, per le quali il costo della moneta elettronica, soprattutto sulle transazioni di importo ridotto, è già molto elevato, circa 772 milioni di euro l'anno, fra commissioni e acquisto-comodato del dispositivo”. Secondo l’associazione di categoria in termini assoluti, il costo per l'esercente singolo arriva fino a 1081 euro, a seconda del tipo di dispositivo utilizzato e del relativo contratto, oltre che del volume delle transazioni.

Anche Confcommercio Nazionale rincara la dose: “Non si può pensare di incentivare i pagamenti elettronici attraverso il meccanismo delle sanzioni, quello che serve per raggiungere questo obiettivo è una riduzione delle commissioni e dei costi a carico di consumatori ed imprese, anche potenziando lo strumento del credito d’imposta sulle commissioni pagate dall’esercente, e introdurre la gratuità per i cosiddetti micropagamenti”.

Ma non finisce qui. Il primo di luglio arriva una seconda novità: l’obbligo di fatturazione elettronica per i contribuenti che rientrano nel regime di vantaggio, i contribuenti in regime forfettario e i soggetti passivi (associazioni sportive dilettantistiche ed enti del terzo settore) che hanno scelto il regime speciale ai fini Iva e che nel periodo d’imposta dell’anno hanno registrato proventi fino 65.000 euro.

Altra burocrazia, altre regole, altri balzelli per un Paese sempre più in difficoltà.

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