Economia

Intesa, focus derisking-commissioni. Orcel pronto al blitz anche sul risiko Ue

di Andrea Deugeni

Le strategie dei Ceo delle due principali banche italiane a confronto al congresso della Fabi

Per il futuro "vedo UniCredit una banca proiettata sull'Europa". Ritengo che fra i gruppi italiani sia l'istituto che "si avvicini di più al concetto europeo”, ha spiegato infatti il 58enne banchiere romano secondo cui, con il nuovo piano, “la focalizzazione della crescita è spostata più su segmenti che richiedono meno capitale”, sul “portare a casa il valore inespresso che c’è nella banca” e sul “generare valore”. Ma se “tra 5 anni avrà conseguito il piano industriale, saremo già nella seconda fase, riposizionati con un livello di redditività e di crescita accettabile, avendo messo anche le fondamenta per digitalizzare il gruppo”. E quindi “saremo nella posizione di crescere maggiormente all'estero".

Come spiegato la scorsa settimana durante il proprio Investor Day, UniCredit a certe condizioni potrebbe valutare a breve il capitolo M&A, anche grazie ai “3 e i 4 miliardi" di capitale in eccesso. “Quali sono queste condizioni? "Se ci sono cose che hanno significato, sono coerenti con l’obiettivo principale di portare a casa il valore inespresso della banca, rendono piu del 10% e non fanno diminuire ritorno per gli azionisti le valuteremo”. Aggregazioni a cominciare da BancoBpm e anche dal Monte, dopo che a fine ottobre è saltata la trattativa con il Tesoro per la privatizzazione di Rocca Salimbeni.

“E’ estremamente importante che Mps abbia molto successo perchè più successo ha e meno problemi ci sono per gli altri. Dal punto di vista di UniCredit se possiamo aiutare, nei limiti di quello che è il nostro ruolo, lo faremo”, ha concluso Orcel, lasciando intendere di essere pronto a riaprire il dialogo col Mef da dove si era interrotto.

@andreadeugeni